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Mysterium 2019 tre bicchieri Gambero Rosso

3 bicchieri Gambero Rosso a Mysterium 2019, Barbera d’Asti Superiore di Tenuta Montemagno

La nostra Barbera d’Asti Superiore DOCG Mysterium 2019 si è aggiudicata il più prestigioso e ambito premio enologico del Gambero Rosso: 3 bicchieri!

Un vitigno che identifica ed esprime alla perfezione il terroir (come lo chiamano i cugini francesi) in cui è amorevolmente allevato: il Monferrato astigiano. 

In Mysterium 2019 ritroviamo tutta la forza, la potenza della Barbera d’Asti Superiore DOCG, elevata al rango di eccellenza grazie a una meticolosa selezione delle uve in vigna dalle prime giornate di foliazione, sino alla vendemmia.

I nostri agronomi dedicano un’attenzione particolare alle viti più vecchie (ormai ottantenni) della nostra tenuta, seguono quotidianamente il diradamento dei grappoli e del foliage per assecondare la vigna e le variazioni climatiche di primavera ed estate fino alla vendemmia, che avviene rigorosamente a mano, con il conferimento in cantina nel giro di pochissime ore dalla raccolta. 

I processi di vinificazione sono seguiti dal team di enologi coordinati da Gianfranco Cordero, nel rispetto del disciplinare di produzione delle DOCG, reso ancor più restrittivo dal nostro “metodo TM”, per garantire l’eccellenza di un’etichetta che è simbolo e icona della produzione enologica di Tenuta Montemagno.

Dalla prima vendemmia, correva l’anno 2009, ad oggi, Mysterium si è affinata, è cresciuta, ha assecondato i cambiamenti climatici, ma ha mantenuto sempre la propria identità: potenza ed eleganza, forza e raffinatezza, spiccata acidità e morbidezza. Opposti che si attraggono e trovano la sintesi nella nostra interpretazione di Barbera d’Asti, nata dall’intuizione di Tiziano Barea, imprenditore con una grande passione per il mondo del vino, di cui ha saputo valorizzare la tradizione coniugandola con l’innovazione dei processi di vinificazione, per ottenere vini sempre più salubri. 

Con il riconoscimento dei Tre Bicchieri da parte della giuria del Gambero Rosso siamo orgogliosi di fare parte di quel ristretto numero di cantine che saranno ambasciatori dell’enologia italiana nel mondo, al fianco delle storiche aziende piemontesi come Gaja, Giacosa, Oddero,…e tanti altri eccellenti vignaioli che portano sulle tavole di tutto il mondo il meglio del nostro territorio.

Perché, prima di tutto, anche a Tenuta Montemagno ci consideriamo vignaioli che ripongono passione e amore nel “fare vino”… sempre con lo sguardo all’innovazione e al futuro.

Mysterium 2019 è prodotta in circa 12.300 bottiglie dalle più antiche vigne della Tenuta, raccolta con vendemmia medio-tardiva ed affinata in legni di rovere di Allier: un terzo Barrique, un terzo Tonneaux e un terzo Botti grandi da 30 Hl.

Potenza, fruttuosità e freschezza accompagnano finezza, complessità olfattive minerali e una giusta tannicità che contraddistingue il vitigno di questo territorio. Il colore è rosso intenso, con riflessi tra il porpora ed il nero, dai sentori ampi, con spiccate note di ciliegia, terra e suadenti note boisé.

Al palato si presenta caldo, concentrato, giustamente tannico e dalla ottima persistenza aromatica. Con 15% Vol. Mysterium è l’etichetta ideale per accompagnare le portate più importanti e classiche della cucina piemontese autunnale, come i grandi primi piatti della nostra tradizione.

I vini di Tenuta Montemagno possono essere acquistati direttamente sul sito della cantina (www.tmwines.it), oppure degustati in enoteca o nei winebar e ristoranti che espongono le nostre etichette.

vendemmia 2024

La vendemmia Tenuta Montemagno 2024

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Se gli ultimi anni sono stati caratterizzati da temperature piuttosto elevate e da decise siccità, pensiamo ai climi del 2022 e del 2023, il 2024 si è presentato come un anno dalle condizioni completamente opposte. Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, ci racconta qual è stato l’impatto del clima sulle vigne e come sta andando la vendemmia 2024.

“Nell’ultimo decennio abbiamo avuto climi abbastanza caldi” esordisce Roberto, “mentre quest’anno si è registrata un’inversione di tendenza con periodi piovosi piuttosto lunghi e temperature più basse rispetto alla media. Si è avuto un caldo estivo per qualche settimana ad agosto, ma nel complesso possiamo dire che la bella stagione è stata piuttosto fresca”.

L’abbondanza di piogge del 2024 se da un lato ha portato beneficio alle piante, dall’altro ha avuto un riscontro critico in quanto il protrarsi delle precipitazioni per tempi piuttosto lunghi ha rallentato le vigne. “Dalla fioritura in poi abbiamo visto che la pioggia ha continuato a cadere e questo ha aumentato l’umidita del terreno e della vegetazione con il conseguente aumento di possibili proliferazioni di funghi e parassiti, allungando nel contempo la crescita e la maturazione dei grappoli. Abbiamo così alzato i livelli di attenzione per salvaguardare la salute delle piante e devo dire che gli interventi agronomici sono stati, quando necessari, tutti efficaci”.

“L’instabilità climatica dopo le calde settimane del mese scorso” prosegue Roberto, “si è presentata anche all’inizio della vendemmia. A causa della ripresa delle precipitazioni abbiamo alternato l’attività di raccolta delle uve bianche e della Barbera da utilizzare come base per il TM Brut, a momenti di pausa nell’attesa che il tempo si stabilizzasse. Devo però precisare che la pioggia non è mai stata così abbondante per lungo tempo cosicché, ad oggi, siamo riusciti a completare la raccolta di Sauvignon, Grignolino, Malvasia di Casorzo, Timorasso e Syrah. Abbiamo anche iniziato la vendemmia del Ruché destinato a diventare Nobilis e presto, fra fine settembre e inizio ottobre, completeremo quella di Invictus. Infine, a ottobre ultimeremo il lavoro con le uve Barbera che diventeranno Austerum e Mysterium, il vino di punta della nostra produzione.

Il Piemonte, dalle Langhe al Canavese e al Monferrato, è stato oggetto anche di grandinate che in alcuni casi hanno fatto danni consistenti. “Per fortuna da noi a Montemagno la grandine ha fatto una comparsa molto ridotta e contenuta.” rassicura Roberto. ”Nell’estate abbiamo avuto una spolverata di grandine solo su alcuni vigneti e fortunatamente non sono stati registrati danni per piante e uve”.

Concludendo, se il 2023 è stato un anno da ricordare nel tempo per caldo e siccità, il 2024 sarà menzionato per l’abbondanza di pioggia, umidità e condizioni climatiche instabili. Ma tutto questo come si tradurrà nel vino? Quali sono le aspettative dell’annata 2024, per qualità e quantità?

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“In generale ci aspettiamo vini più freschi e meno concentrati rispetto a quelli delle ultime annate. Questo dovrebbe portare anche ad avere dei vini pronti prima rispetto ai precedenti. Per quanto riguarda i volumi la situazione si presenta stabile per i bianchi e per i rossi Grignolino e Syrah, mentre rileviamo un aumento di volume per il Ruché e la Barbera.

Per il TM Brut, visto l’annata piovosa, ci aspettiamo un prodotto leggermente più acido e dalla gradazione più contenuta, caratteristiche che dovrebbero rendere ancora più gradevole alla beva questo prodotto”, conclude Roberto Nantiat.

Un anno diverso da quelli più recenti del passato che dovrebbe quindi a dei vini leggermente differenti. Non ci resta perciò che attendere e prepararci alle degustazioni delle annate 2024 dei vini Tenuta Montemagno.

Notturno

Dalla tradizione più profonda, un menù che non ti aspetti

La Civetta sul Comò, ristorante del boutique hotel Tenuta Montemagno Relais&Wine, si contraddistingue sempre di più per l’innovazione e la contaminazione tra territori lontani.

Da quando alla guida del ristorante di Tenuta Montemagno troviamo l’Executive Chef Giampiero Vento, non è più un segreto che La Civetta sul Comò abbia intrapreso un percorso gastronomico che punta sulla riscoperta dell’identità di territori tra loro lontani, accomunati da un’origine che si ispira alla cultura popolare, reinterpretandoli in chiave moderna e gourmet. 

Originario della nostra maggior isola e alfiere della sua città natale, Palermo, Giampiero nei tanti anni di presenza in territorio sabaudo, ha saputo coniugare due culture gastronomiche geograficamente lontane, ma accomunate dalla paziente ricerca nell’impiego migliore dei prodotti che, vuoi la terra, vuoi il mare, possono offrire di stagione in stagione.

E l’estate si sa, per un siciliano, è LA stagione. Per un siciliano di casa in Piemonte, la stagione dell’anno più attesa diventa l’occasione per portare sulle tavole di Montemagno dei piatti in cui la Sicilia si fonde con le colline del Monferrato senza soluzione di continuità. 

Ne è testimonianza il menù estivo de La Civetta sul Comò. Citiamo solo tre portate che stanno riscuotendo particolare gradimento tra gli ospiti del Relais e i clienti del ristorante.

Il primo “Memorie”, ovvero gnocchi di panella con gambero rosso siciliano, estratto di finocchietto selvatico e crumble di pane tostato, rappresenta IL piatto della tradizione palermitana, il cui significato affonda le radici nella convivialità tipica dei siciliani e nel desiderio di condividere le “cose buone” in modo semplice e schietto. 

Giampiero reinterpreta in chiave gourmet il simbolo dello streetfood palermitano e dona modernità ed eleganza a questi gnocchi a base di farina di ceci e patate che profumano di gambero rosso siciliano. L’estratto di finocchietto selvatico dona al piatto grande freschezza, mentre il crumble di pane tostato aggiunge un pizzico di fragranza. I gnocchi, realizzati rigorosamente a mano, vengono presentati con una bisque ottenuta dai carapaci dei gamberi, profumata al finocchietto e al prezzemolo, per dare una spinta di sapori e aromi al piatto.

Quale tra le nostre etichette poteva reggere e valorizzare un piatto così saporito, ma al tempo stesso elegante, se non Solis Vis, da uve Timorasso in purezza.  I nostri terreni argilloso calcarei, ricchi di limo, esposti a sud est, ci regalano un bianco dai profumi unici di pietra focaia e frutta bianca, con una lunghissima persistenza e spiccata mineralità, l’ideale per predisporre il palato al prossimo gnocco di panella.

Spaghetti all’aglio nero di Voghera, un altro primo stupefacente e indomabile!

Un “azzardo”, così l’Executive Chef definisce, a caldo, questo piatto. A Giampiero piacciono le sfide e l’aglio, in cucina, è una grande sfida. Come cucinarlo per estrarre gli inebrianti profumi di una materia prima spesso bistrattata e considerata minore? Rosolato, trasformato in crema, estratto…tanti tentavi, fino ad arrivare alla soluzione suggerita dalla materia prima stessa.

Una vocina in cucina riecheggiava in continuazione “puoi fare di più per valorizzarmi”… ma Giampiero era ormai convinto che quell’aglio andasse “domato” più che valorizzato. Con quali armi? Innanzitutto, la scelta della pasta: uno spaghetto monograno Felicetti, ricco di amido, cotto in estrazione, fino a diventare nero, nero come l’aglio di Voghera. E poi esperimenti di abbinamento: con verdure, frutta, pesce…NIENTE. 

Ma la soluzione, come spesso accade, era lì, sotto gli occhi dello Chef, in un pentolone sempre fumante e profumante la cucina. L’unico sapore che poteva domare e valorizzare la ricchezza aromatica dell’aglio nero di Voghera, era il “fondo di vitello ristretto” cotto per ben tre giorni, un grande classico della cucina del nostro territorio. Il retrogusto caramellato, bilancia ottimamente i sapori di nocciola tostata, liquirizia e la sapidità dell’aglio. Fino ad ora la ricetta è stata creata per contrasto, ma il tocco finale è dato per assonanza: l’aggiunta della mandorla tostata richiama e valorizza i profumi tipici di nocciola tostata dell’aglio e aggiunge quella sensazione di materia durante la degustazione di questo piatto tutto da domare.

E quale miglior alleato per assaporare al meglio un piatto così difficile, se non Nobilis, il nostro Ruché di Castagnole Monferrato. Un Ruchè che si contraddistingue per i riflessi granato che spiccano nel rosso rubino che pervade il calice e una palette di aromi estremamente complessa: dai sentori di rose fresche e viole, alla frutta rossa in piena maturazione sino all’essenza di eucalipto. 

Aglio nero di Voghera, sei definitivamente domato!

Ma, lo stupore del nostro menù estivo non termina con la resa dell’aglio a sua maestà il Ruché.

Perché Giampiero si cimenta con un piatto di cacciagione assai difficile da trattare per il gusto importante, deciso e pungente della carne.


Dal Cortile” – Oca cotta rosa e il suo fondo, ciliegie confit, millefoglie di patate al Ruchè di Castagnole e liquirizia.

L’oca, un “pennuto” che fa sorridere al pensiero di annoverarlo tra la “cacciagione” e che rappresenta una vera e propria sfida in cucina. L’ennesima. Vinta grazie a una lenta cottura sottovuoto con ciliegie confit, che giunge dopo aver marinato la carne in abbondante vino bianco dalla spiccata acidità. La carne viene servita su una millefoglie arrotolata di patate cotte nel Ruchè e liquirizia, per creare un fondo molto aromatico e dolciastro. 

L’abbinamento, in questo caso, è per assonanza di aromi: Mysterium, la nostra Barbera d’Asti Superiore si è rivelata la miglior etichetta per valorizzare un piatto che potrebbe ricordare l’autunno, ma che servito sul nostro terrazzino, coccolati dalla brezza che la sera si leva dalle colline circostanti Tenuta Montemagno, si rivela un’ottima portata anche nelle serate di questa bellissima stagione.

Si sa, l’estro di uno Chef si misura anche con l’abilità nel creare il ricordo della cena, nello stimolare il desiderio di ritornare a quello stesso tavolo e…il dessert gioca un ruolo determinante.

Con “Dolce TorinoCremoso al Gianduia e caramello salato, salsa alla vaniglia e biscotto al caffè selezione “Lavazza”, Giampiero ci porta in tavola la lunghissima esperienza in terra piemontese, omaggiandone il capoluogo. La base di questo goloso dessert sono le nocciole gentili IGP coltivate in Tenuta Montemagno, una vera chicca da degustare con le nostre grappe, l’aggiunta di cioccolato bianco al 44% e un biscotto al caffè selezione “lavazza”.

L’aromaticità della mousse al Gianduia è ben contrastata dalla sapidità della base al caramello salato e della salsa alla vaniglia, un mix di sapori che esplodono con il caffè amaro versato al momento.

Il naturale abbinamento con un dessert così ricco di aromi e sapori? Dulcem, da uve Malvasia di Casorzo, vitigno autoctono per eccellenza del Monferrato. Di colore rosso intenso con delicati riflessi purpurei, Dulcem nasce da vigne con più di 25 anni, esposte a sud sud ovest. La fragranza è il suo segno distintivo, come gli aromi intensi di fragoline di bosco, lamponi, mirtilli e i sentori di rosa selvatica.

Stelle

L’estate sotto le stelle del Monferrato

Osservazioni della volta celeste e cinema sotto le stelle per accompagnare i nostri percorsi degustazione.

Nasce dalla passione del nostro Presidente per la volta celeste, il programma estivo di Tenuta Montemagno. Sfruttando la favorevole posizione del Relais, sito sulla sommità della collina e al centro dei 100 ettari che circondano Tenuta Montemagno, in un’area priva dall’inquinamento luminoso, durante alcune serate d’estate (22.06_20.07_09.08) organizziamo sia per gli ospiti della struttura, sia per tutti i clienti che vorranno provare un’esperienza memorabile, l’osservazione della volta celeste con una guida astronomica che ci condurrà alla scoperta delle costellazioni visibile dal 45° parallelo. Una zona vocata non solo per la coltivazione vinicola, ma anche particolarmente favorevole per scrutare il cielo nelle terse sere d’estate.

Giampiero Vento, Executive Chef de La Civetta sul Comò, preparerà un percorso degustazione dedicato a queste serate, un’esperienza degna delle stelle che si potranno scoprire una volta alzato lo sguardo verso il buio profondo del cielo del Monferrato.

Chissà, che dal naturale terrazzo panoramico della Tenuta, non si riescano a scorgere le costellazioni che hanno battezzato alcune delle nostre proposte più esclusive e hanno dato vita alla linea regalistica come Gemini, la costellazione dei Gemelli (1 bottiglia di Barbera d’Asti Superiore Mysterium + 1 bottiglia di Timorasso in purezza Solis Vis), Polaris ovvero la stella polare, la più luminosa della costellazione dell’Orsa Minore, che trova corrispondenza in una confezione di Solis Vis (Timorasso) e Invictus (Ruché di Castagnole Monferrato) oltre a due bicchieri degustazione, le due stelle della nostra linea Selezione; Lyra, a cui appartiene Vega una delle stelle più luminose del Triangolo Estivo, celebrata dal nostro Grignolino Ruber e dal Sauvignon Musae. Gli amanti della volta celeste saranno felici di scoprire Orione, a cui è dedicata la nostra proposta Rigel, composta da una bottiglia di Ruber (Grignolino d’Asti), Austerum (Barebra d’Asti) e Nymphae (blend di Sauvignon e Timorasso) o ancora la famosa Cassiopea a cui è dedicata una confezione di Barbera Superiore d’Asti nel formato Magnum, per assaporarne al meglio la complessità aromatica.

La proposta estiva di Tenuta Montemagno prosegue con gli appuntamenti del cinema sotto le stelle, sempre accompagnati da proposte gastronomiche a tema, ideate dall’estro del nostro Chef Giampiero Vento.

Le creazioni culinarie saranno il degno fondale per proiettare le sensazioni che scaturiranno dalla degustazione delle nostre etichette, in un percorso che valorizza i menù a Km0 de La Civetta sul Comò con i nostri vini.

Le calde sere d’estate saranno allietate anche dalla musica dal vivo del nostro Maestro di piano. Le prime note risuoneranno sulle colline della Tenuta già all’ora dell’aperitivo per accompagnare gli ospiti durante la cena e celebrare così la sinestesia tra la musica e il piacere della tavola.

Calata la sera, i colori caldi che dipingono le colline del Monferrato durante le lunghe giornate estive, cedono il passo alla luce fioca della luna, al bagliore delle stelle e alle esperienze sensoriali che solo un luogo nato dalla passione e dall’amore per la bellezza può regalare. 

Tutto questo è Tenuta Montemagno, un gioiello incastonato nel cuore del più autentico Monferrato.

Scopri il programma degli eventi estivi e prenota la tua serata.

La Civetta sul Comò

Due percorsi gourmet sinuosi come i dolci pendii del monferrato

A La Civetta sul Comò due viaggi del gusto alla scoperta della tradizione piemontese con incursioni mediterranee.

Giampiero Vento, Executive Chef del ristorante La Civetta sul Comò, una vera eccellenza nel panorama gastronomico del Monferrato, ha portato in Piemonte i profumi e i sapori delle sue radici siciliane, fino a creare connubi inebrianti e innovativi. 

Aromi e sapori tipicamente mediterranei si fondono e valorizzano le materie prime di altissima qualità e a Km zero proprie della cucina piemontese e monferrina. Ma, le reminiscenze della “sua Sicilia” diventano anche gli ingredienti principali delle portate, per creare una carta innovativa e vocata a stimolare una vera cultura per la Cucina, quella con la “C” maiuscola.

La visione che ha portato lo Chef a definire il menù à la carte e i due speciali menù degustazione, si esprimono in questa direzione: una sosta golosa al TM Relais deve lasciare il ricordo di un’esperienza vissuta a tavola, tra materie prime eccellenti, a Km zero, preparate con sapienza per esaltarne le caratteristiche e sposarsi magnificamente con la proposta enologica di Tenuta Montemagno.

Un Relais&Wine che ha nell’ospitalità e nella propria cantina i segni distintivi del concetto di accoglienza all’insegna della qualità. E così, la nuova ricetta nasce con l’idea di essere abbinata a una nostra etichetta per ricreare una sinestesia indelebile nel ricordo del nostro ospite. 

Vino e cibo, cibo e vino, un binomio che a La Civetta sul Comò è inscindibile.

La nostra proposta gastronomica nasce e si evolve quotidianamente nel solco del rispetto della grande tradizione piemontese e dell’innovazione, che si ritrova a tavola con interpretazioni vocate alla leggerezza, alla freschezza, a matrimoni di gusto spesso arditi, ma in grado di festeggiare le nozze di platino.

Ricette, piatti o, come si ama scrivere oggi, food experience talmente innovativi da divenire degli “instant classic” nel nostro menù. Per guidare gli ospiti a una scoperta consapevole della proposta gourmet de La Civetta sul Comò proponiamo, oltre al menù à la carte, anche due percorsi degustazione da quattro o sei portate, ognuna abbinata ad un’etichetta della nostra cantina. L’offerta è ampia e può contare su un metodo Classico da uve Barbera (24/36 mesi di affinamento), da bianchi molto aromatici come il Sauvignon Gris o particolarmente minerali come il Timorasso, fino ai grandi classici prodotti da uve a bacca rossa come la Barbera, il Grignolino o il più importante autoctono del Monferrato: il Ruché vinificato seguendo rigorosamente il disciplinare di produzione e in una variante con uve appassite in vigna.

menù degustazione cambiano al mutare delle stagioni o…in base alle sperimentazioni dello Chef, perché l’istrionico Giampiero è come il vulcano della sua terra d’origine, mai sopito. E allora, un viaggio al vicino mar ligure per riassaporare i profumi dello iodio, una passeggiata sulle colline che circondano la Tenuta, o un sopralluogo nell’orto di erbe aromatiche, risvegliano i sensi e la voglia di creare del nostro Chef.

Così è nata una ricetta particolarmente innovativa, divenuta un “grande classico” della nostra carta: Carciofo & Gin.Scoprila e…prenota un tavolo per assaporarla nell’atmosfera unica de La Civetta sul Comò.

Carciofo & Gin 

Carciofo d’Albenga confit, tuorlo d’uovo al gin “selezione Gin Mare” e spuma di Parmigiano 30 mesi “Vacca Rossa”.

Una ricetta che nasce dalla memoria del cuore. Dal ricordo di un quartiere di Palermo, La Cerva, conosciuto e apprezzato per le ricette legate a un ortaggio tanto spinoso quanto ricco di gusto e minerali: il carciofo.

La vicinanza di Montemagno alla Liguria ci porta a ricercare una vera eccellenza di questa regione: il carciofo spinoso di Albenga, caratterizzato da un’insolita dolcezza e morbidezza, tanto da poter essere consumato crudo, gambo compreso.

Gli ingredienti di questo piatto sono semplici: carciofo, uovo, parmigiano reggiano da Vacche Rosse stagionato 30 mesi e Gin, nella variante Mare. Sono le mani sapienti di chi sa destreggiarsi fra i fornelli che li unisce per dare vita a una prelibatezza unica.

Sapori di terra e profumi di mare si fondono in un piatto gourmet, proposto come un ricco antipasto a La Civetta sul Comò.

Una volta cotto al forno il carciofo, lo si adagia sul piatto da portata e poniamo il tuorlo di un uovo all’interno del suo cuore caldo, per aggiungere l’elemento più grasso ad un vegetale noto per la sua mineralità.

Una volta che il tuorlo inizia la sua naturale cottura dovuta all’induzione del calore trasmesso dalle brattee del carciofo, aggiungiamo poche gocce di Gin Mare leggermente dealcolizzato. Il Gin dona al piatto una elegante spinta aromatica, caratterizzata dai profumi tipici della riviera ligure: rosmarino, olive, basilico…un tuffo nel mare dai dolci pendii del Monferrato. 

Il perfetto equilibrio lo si raggiunge con l’aggiunta della spuma di Parmigiano Reggiano da Vacca Rossa stagionato 30 mesi. Le particolari caratteristiche organolettiche di questa preziosa varietà di parmigiano esaltano sia la componente amara del carciofo, sia la consistenza dell’uovo.

Pochi ingredienti abilmente lavorati per non snaturarne le proprietà e una loro sapiente interpretazione, rendono il nostro “Carciofo&Gin” il piatto ideale da abbinare a un importante vino bianco del Monferrato: Solis Vis, ottenuto da uve Timorasso in purezza. 

Se siete giunti al termine della prima puntata del nostro viaggio degustazione, non vi resta che sperimentare l’abilità del nostro Executive Chef e prenotare un pranzo o una romantica cena a La Civetta sul Comò. Vi aspettiamo!

TM Brut 24

TM BRUT un metodo Classico intrigante per la tavola di Natale

Siamo in Piemonte, nel cuore del Monferrato, terra di potenti e austeri vini rossi, di sapidi, longevi e aromatici bianchi e di…bollicine.

Ogni cantina ha la propria interpretazione per i calici delle feste; chi sceglie la via del metodo Charmat per ottenere bollicine più fresche e dall’approccio più semplice e chi, come noi, persegue la strada del metodo Classico, conscio di offrire un prodotto capace di reggere anche i pranzi di Natale o i cenoni di Capodanno più complessi e articolati.

Due scuole di pensiero che trovano nella modalità in cui si compie la seconda fermentazione, la differenza più importante, che determina il carattere delle etichette. 

Con il metodo Charmat la seconda fermentazione avviene in autoclavi di acciaio a temperatura e pressione costante, mentre la spumantizzazione, nel metodo Classico, avviene in bottiglia…e da qui ha inizio quella meravigliosa favola, che vede nella più famosa terminologia francese, una serie di fasi di produzione compiute rigorosamente a mano nelle nostre cantine della Tenuta Montemagno: remuage, degorgement, dosage… 

Anche il nostro TM Brut ottenuto da uve Barbera rispetta il rigoroso disciplinare ereditato dai cugini d’Oltralpe, per ottenere bollicine che vantano una permanenza sui lieviti di 24, 36 o 40 mesi per giungere ai nostri calici con un vino strutturato, complesso, dai sentori di lievito e crosta di pane, frutta matura, petali di rosa, polpa di pesche e albicocche appena colte ma anche di prugna selvatica e ribes per le etichette dal lungo affinamento.

Il colore è unico: tutte le sfumature del rame e del bronzo sono animate da bollicine fini, molto persistenti e croccanti che predispongono il palato ai tannini e alla mineralità tipici del vitigno di provenienza, la Barbera d’Asti.

Un vino intrigante, appunto. 

Una bollicina capace di attrarre e coinvolgere, avvincente e appassionante alla beva, affascinante nelle mille sfumature che si liberano al naso e stuzzicante per la persistenza e la capacità di “pulire” il palato.

TM Brut, metodo Classico da uve Barbera ha un carattere un po’ austero, come la terra da cui proviene e che eredita dalle uve ottenute da un’attenta e scrupolosa selezione già in vigna, raccolte al giusto momento di maturazione (con una vendemmia precoce) per mantenere le caratteristiche tipiche del vitigno (tannicità, mineralità e complessità aromatica), ammorbidite e rese estremamente piacevoli al palato dalle fasi di spumantizzazione e affinamento sui lieviti.

TM Brut 24

Un metodo Classico pensato dagli enologi di Tenuta Montemagno per valorizzare la cucina del territorio, capace di coniugare eleganza e raffinatezza nelle interpretazioni più moderne, con la sontuosità e la ricchezza dei piatti tipici del Monferrato. Basti pensare ai ricchi antipasti, agli agnolotti in sugo di brasato o alle portate a base di carne dalle lunghe cotture.

Al ristorante la Civetta sul Comò, magistralmente orchestrato dall’Executive Chef Giampiero Vento, proponiamo diversi menù capaci di far apprezzare al meglio le nostre etichette e di creare dei veri propri viaggi enogastronomici alla scoperta di arditi abbinamenti con le bollicine che aprono la degustazione e ci accompagnano sino ai dessert.

Per i puristi un vero orrore pensare a un Brut da accostare alla dolce chiusura di un pranzo o di una cena, se non fosse che in Tenuta Montemagno, non sempre il “dessert” è semplicemente sinonimo di “dolce”… basti pensare, e degustare, la panna cotta ai funghi porcini, tartufo e scaglie di grana con olio di foglia di vite che viene proposta nel periodo autunnale, come omaggio alle preziose materie prime che questa colorata e profumata stagione offre.

L’abbinamento ideale? Con il TM Brut 36 mesi oppure con l’autoctono per eccellenza: il Ruchè di Castagnole Monferrato. A voi la scelta!

Panna cotta ai porcini

Dal dolce al salato, un piatto da veri gourmet per una ricetta autunnale

L’autunno per il Monferrato, si sa, è il periodo della vendemmia e dei tartufi. La prima si è conclusa da poco e ne abbiamo parlato in questo articolo. Per il tartufo, invece, siamo entrati da poco nei due mesi più effervescenti con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (7.10-03.12.2023)

In questo periodo non mancano in Tenuta Montemagno gli appuntamenti enogastronomici legati al più famoso dei funghi ipogei. Ne è riprova un menù degustazione al tartufo de La Civetta sul Comò, il ristorante di Tenuta Montemagno relais & Wine; dall’antipasto sino al dolce, una carrellata di portate dove regna sovrano il tartufo (rigorosamente bianco d’Alba), accompagnate da altrettanti vini della cantina di Tenuta Montemagno, primo su tutti il nostro Barolo Soranus.

Oltre a questo menù, Giampiero Vento, Chef Executive de La Civetta sul Comò, ha voluto creare quest’anno una nuova ricetta ispirata sia agli ingredienti tipici del Monferrato, sia ai profumi della natura e della terra tipici di questo periodo dell’anno, mixando sapientemente materie prime che non ti aspetteresti di trovare in un dessert o… per un’entrée.

“Questo piatto nasce da una sfida personale”, afferma lo Chef Vento, “che ho voluto affrontare per rendere gourmet un dolce piuttosto semplice, come la panna cotta, creandone una versione salata”.

Il fungo porcino

L’utilizzo del fungo porcino nella preparazione è stato piuttosto impegnativo e ha richiesto numerosi tentativi e assaggi. I funghi vengono cotti, frullati e setacciati per rendere una crema liscia alla quale viene successivamente aggiunta la gelatina.

L’obiettivo di questo passaggio è ottenere una consistenza simile a quella della panna cotta. Il porcino offre al palato un gusto deciso di bosco e natura; nel corso delle prove si è notato che questo sapore, piuttosto intenso, risultava un po’ invadente. È stato quindi necessario trovare un ingrediente che ne ammorbidisse il gusto.

“Nel cercare questo ingrediente”, continua Chef Vento, “ci siamo fatti ispirare dal connubio che spesso troviamo nei ristoranti e nelle trattorie gourmet, dove l’insalata di funghi porcini è accompagnata da scaglie di grana. Abbiamo così creato una spuma usando parmigiano da vacca rossa; questo abbinamento dona la parte sapida e grassa, che arrotonda con delicatezza il gusto del fungo porcino”.

L’olio di foglia di vite

Il tocco finale d’accompagnamento è stato suggerito volgendo lo sguardo all’esterno delle finestre delle cucine che si aprono proprio su una parte delle vigne di tenuta Montemagno. “Abbiamo preso alcune foglie di vite”, prosegue Vento, “e ne abbiamo estratto un olio dal forte sapore di bosco d’autunno, che ben duetta con gli altri ingredienti della panna cotta”. L’estrazione, avvenuta dopo lavaggio e sterilizzazione delle foglie, ha prodotto un olio complesso e profumato che ha consentito così l’ideale completamente del piatto.

Il vino in abbinamento

Una panna cotta che non è dolce ma salata, con quale vino va abbinata? Fra le etichette della nostra cantina abbiamo trovato che il Ruché Nobilis, caratterizzato da grande eleganza, persistenza e con un gusto estremamente vellutato, valorizzi al meglio i profumi e i sapori del piatto, in modo equilibrato e senza invadenza. Un connubio regale, come lo sono gli ingredienti di questo “dolce – salato”.

Se questa panna cotta per veri gourmet ha stuzzicato il vostro palato, vi aspettiamo alla Civetta sul Comò per degustarla con uno dei nostri menù della tradizione, oppure con lo speciale menù tartufo. Potete prenotare il vostro tavolo a questa pagina.

A presto e…buon appetito!

Nobilis

risotto ai peperoni

Risotto al peperone rosso, sgombro scottato e limone candito

“Piemonte e Sicilia. Due regioni geograficamente così distanti e così vicine, simili, nella cucina tradizionale, dove passione e storia usano un’unica lingua”. A parlare è Giampiero Vento, Chef Executive de La Civetta sul Comò, il ristorante di Tenuta Montemagno, dove i grandi piatti della tradizione Piemontese, incontrano i profumi e i colori della solare creatività Siciliana.

Ed è proprio a questa congiunzione che Giampiero si è ispirato per creare un piatto estivo unico. Un primo legato alla tradizione e agli ingredienti piemontesi, il risotto e il peperone rosso di Carmagnola, uniti ai profumi e ai sapori dell’area mediterranea: lo sgombro (un pesce azzurro presente in quantità nei nostri mari) e il limone.

Come per il piatto primaverile proposto su questo magazine, lo chef Vento ripropone le suggestioni della propria infanzia. “Nelle belle giornate di fine primavera e inizio estate” racconta Giampiero, “era facile incontrare agli angoli delle strade delle città (siamo in Sicilia), i “grigliatori”, quelle persone che con la loro griglia cuocevano il pesce (spesso era lo sgombro) acquistato poco prima al mercato o direttamente sulle banchine del porto.

peperoni rossi

Insieme a queste immagini torna anche il ricordo del profumo che questo pesce grigliato emanava fra le vie della città”.

l piatto creato da Giampiero, un risotto ai peperoni rossi, sgombro scottato e limone candito, vuole proprio riproporre i sentori e gli aromi di questi ricordi.

La preparazione

Il risotto si prepara come sempre iniziando dal soffritto, cucinato a fuoco dolce e dalla tostatura del riso, eseguita in un’altra padella. Una volta tostato, il riso si unisce al soffritto e si aggiunge un vino bianco dalle note acidule, già sfumato.

I peperoni rossi vengono grigliati per ammorbidirli e ottenere così una crema da unire al risotto verso metà cottura. Con questa aggiunta, il riso assumerà una colorazione rossastra e il profumo tipico del peperone grigliato, che riporta la memoria dei commensali all’estate.

Successivamente si aggiunge lo sgombro, un pesce azzurro ricco di omega 3 e omega 6, utilizzato anche come alimento per i bambini, che ha la caratteristica di essere un po’ grasso. 

Per renderlo più elegante al palato e per ingentilirne il sapore forte e deciso, lo sgombro viene messo sotto sale per un po’ di tempo e scottato in padella.

L’ultimo tocco, quello forse più impegnativo dal punto di vista del tempo, è dedicato al limone, preferibilmente siciliano. Viene fatto bollire per dieci volte, rinnovando l’acqua a ogni passaggio. In questo modo si ottiene una pasta dalla quale è stata eliminata la nota amara tipica dell’agrume. La pasta viene messa in uno sciroppo di acqua e zucchero, fatta bollire per poco tempo per ottenere così il limone candito, da unire come ultima nota al risotto.

L’abbinamento col vino

Con questo piatto si può abbinare Solis Vis (il Timorasso in purezza di Tenuta Montemagno), ma anche TM BRUT 24 mesi, il metodo Classico piemontese ottenuto dalla vinificazione di uve barbera. Le note acidule tipiche della Barbera monferrina vengono enfatizzate dalla spumantizzazione e ingentilite dalla permanenza sui lieviti. La croccantezza delle bolle e il gusto secco riescono a mitigare la componente grassa dello sgombro e, allo stesso tempo, esaltare gli aromi del peperone rosso e il profumo dei limoni di Sicilia.

Dopo aver letto questa ricetta, come non prenotare un tavolo a La Civetta sul Comò? Il nostro Relais è pronto ad accogliervi nelle lunghe sere d’estate.

TM Brut24 e Solis Vis

Se invece desiderate cimentarvi a comporre la ricetta dello Chef Vento e volete provare l’abbinamento con il metodo Classico TM BRUT24 mesi o con Solis Vis, li potete ordinare sul nostro shop on line.

Buon appetito!

vitello tonnato

Il vitello tonnato

Il vitello tonnato è un piatto tipico della cucina italiana e sebbene siano numerose le regioni che ne rivendicano le origini, oggi è considerato un piatto tradizionale Piemontese. Si tratta di una pietanza molto fresca, ideale da servire come antipasto o seconda portata per pranzi o cene estive.

Nella storia il vitello tonnato appare già nel settecento, anche se nella ricetta dei tempi pare non fosse citata la presenza del tonno. Questo fa la sua comparsa nella famosa guida Artusi alla fine dell‘800.

Ingrediente principale è, come si evince dal nome, il girello (di Fassone piemontese). Un taglio di carne di vitello che viene di norma marinato e successivamente cotto, avendo l’attenzione di mantenerne la morbidezza. Prima di sistemarlo nel piatto, dove viene abbinato alla salsa tonnata, il vitello va tagliato a fettine sottili. Di ricette dettagliate sulla preparazione di questo piatto ne esistono molte e fra loro anche differenti e lasciamo a voi lettori la scelta di quella che preferite per questa estate.

Il vitello tonnato è presente anche nel menù del ristorante La Civetta sul Comò di Tenuta Montemagno. Si tratta di una ricetta che non sveliamo, preparata appositamente dallo Chef Executive, Giampiero Vento, che vi invitiamo a provare presso il nostro relais.

E per l’abbinamento vini? Qui si apre una scelta decisamente ampia, almeno tra i vini della nostra cantina.

Si va da TM Brut, le bollicine ottenute da uve Barbera, a Musae, prodotto con uve Sauvignon, a Nymphae, un blend di ineccepibile delicatezza, realizzato unendo uve Timorasso e uve Sauvignon.

I nostri vini si possono trovare nel nostro shop online. Nel mese di luglio, peraltro, ogni 6 bottiglie di vino acquistato, si riceve in omaggio una bottiglia di Musae.

Buona estate e buon appetito!

Rabaton alessandrini

I Rabaton Alessandrini: preparazione e abbinamento

Siamo a Litta Parodi, una piccola frazione in un’area pianeggiante a pochi chilometri da Alessandria chiamata La Fraschetta. Qui, a cavallo fra i mesi di agosto e settembre, si tiene la Sagra del Ràbaton, una manifestazione che celebra uno tra i primi piatti storici della tradizione Piemontese, per l’appunto i ràbaton.

I ràbaton, che tradotto dal dialetto significa “ruzzolati”, appartengono alla famiglia degli gnocchi. Preparati senza l’uso di patate, questi gnocchi acquisiscono il loro nome dal fatto che vengono arrotolati nella farina prima della cottura. Si presentano come grossi gnocchi allungati e il ripieno è solitamente composto da erbe e formaggio, gli stessi ingredienti utilizzati in genere per la preparazione dei ravioli. La preparazione avviene mescolando assieme erbe di campo, spinaci o bietole, formaggi (ricotta e parmigiano) e uova. Ciò che li rende particolari, e in qualche modo somigliati agli “gnudi” toscani, è l’assenza di sfoglia di contenimento. In pratica è come se fossero il ripieno di un tipo di pasta senza la sfoglia esterna.

I ràbaton sono oggi oggetto di tutela da parte della “Confraternita du Ràbaton”, che ne sostiene le origini di provenienza e definisce le caratteristiche di preparazione. “È un piatto semplice, ideato dai contadini in primavera, che riporta a sapori lontani e rappresenta – forse più di tutti – la cucina mandrogna. Non esistono segreti negli ingredienti, ma nel piatto, per rispettare la tradizione, i ràbaton devono essere al massimo 7”.

Una volta preparati gli gnocchi, possono essere abbinati a differenti tipi di sugo, anche se la formula più semplice, come vorrebbe la tradizione, li prevede lessati nel brodo e gratinati con burro, formaggio, latte, e salvia o rosmarino.

Preparazione

Riportiamo di seguito la preparazione dei Ràbaton secondo la ricetta della “Confraternita”.

Ingredienti:

– ricotta 400g

– spinaci 1 kg (in alternativa agli spinace si possono utilizzare le bietole)

– prezzemolo

– parmigiano

– 4 uova

– burro 20 g

– pane grattugiato

– farina

– noce moscata

– sale e pepe

Lavate accuratamente e lessate in acqua salata gli spinaci e conservare l’acqua di cottura (ci servirà successivamente per cuocere i rabatòn). Strizzatele con molta forza fino a sentirle asciutte: questa operazione è fondamentale per la buona riuscita del piatto.

Fate un trito di prezzemolo e aglio a cui aggiungerete il parmigiano grattugiato, le uova sbattute (3 intere e 1 tuorlo) e la ricotta. Mescolate bene, aggiustate di sale e di pepe e formate un impasto ben amalgamato, che avrà la consistenza del ripieno dei ravioli di magro.

Formate delle polpette strette e lunghe (circa 7 cm di lunghezza e 3 cm di diametro) e rotolatele su una superficie cosparsa di farina. Questa è l’operazione che trasforma le polpette in rabatòn.

Portate ad ebollizione l’acqua di cottura delle verdure salandola leggermente e lessate i rabatòn per qualche minuto prelevandoli con una schiumarola man mano che salgono in superficie.

Disponeteli poi ben allineati in una pirofila imburrata. Cospargete con abbondante parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Cuocete in forno a 180° per 10 minuti fino a che la superficie non risulti dorata.

Abbinamento vini

La ricca presenza di formaggio nel ràbaton, unita alle verdure, richiama l’abbinamento a un vino bianco, floreale, come il Musae di Tenuta Montemagno. Sauvignon Blanc e Gris, le uve di Musae, si fondono per donare profumi intensi, con delicate note di fiori bianchi, acacia e biancospino, oltre agli aromi di agrumi, pera, pompelmo e frutto della passione.

L’abbinamento può estendersi anche a un vino spumante e qui il Metodo Classico è un’opzione assolutamente pregiata. Potete quindi portare in tavola i ràbaton con il nostro TM Brut 24 mesi, uno spumante nel quale le uve barbera utilizzate per la sua produzione aggiungono quel lieve accenno tannico che rendono TM Brut una bollicina estremamente fine ed elegante.

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