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Rabaton alessandrini

I Rabaton Alessandrini: preparazione e abbinamento

Siamo a Litta Parodi, una piccola frazione in un’area pianeggiante a pochi chilometri da Alessandria chiamata La Fraschetta. Qui, a cavallo fra i mesi di agosto e settembre, si tiene la Sagra del Ràbaton, una manifestazione che celebra uno tra i primi piatti storici della tradizione Piemontese, per l’appunto i ràbaton.

I ràbaton, che tradotto dal dialetto significa “ruzzolati”, appartengono alla famiglia degli gnocchi. Preparati senza l’uso di patate, questi gnocchi acquisiscono il loro nome dal fatto che vengono arrotolati nella farina prima della cottura. Si presentano come grossi gnocchi allungati e il ripieno è solitamente composto da erbe e formaggio, gli stessi ingredienti utilizzati in genere per la preparazione dei ravioli. La preparazione avviene mescolando assieme erbe di campo, spinaci o bietole, formaggi (ricotta e parmigiano) e uova. Ciò che li rende particolari, e in qualche modo somigliati agli “gnudi” toscani, è l’assenza di sfoglia di contenimento. In pratica è come se fossero il ripieno di un tipo di pasta senza la sfoglia esterna.

I ràbaton sono oggi oggetto di tutela da parte della “Confraternita du Ràbaton”, che ne sostiene le origini di provenienza e definisce le caratteristiche di preparazione. “È un piatto semplice, ideato dai contadini in primavera, che riporta a sapori lontani e rappresenta – forse più di tutti – la cucina mandrogna. Non esistono segreti negli ingredienti, ma nel piatto, per rispettare la tradizione, i ràbaton devono essere al massimo 7”.

Una volta preparati gli gnocchi, possono essere abbinati a differenti tipi di sugo, anche se la formula più semplice, come vorrebbe la tradizione, li prevede lessati nel brodo e gratinati con burro, formaggio, latte, e salvia o rosmarino.

Preparazione

Riportiamo di seguito la preparazione dei Ràbaton secondo la ricetta della “Confraternita”.

Ingredienti:

– ricotta 400g

– spinaci 1 kg (in alternativa agli spinace si possono utilizzare le bietole)

– prezzemolo

– parmigiano

– 4 uova

– burro 20 g

– pane grattugiato

– farina

– noce moscata

– sale e pepe

Lavate accuratamente e lessate in acqua salata gli spinaci e conservare l’acqua di cottura (ci servirà successivamente per cuocere i rabatòn). Strizzatele con molta forza fino a sentirle asciutte: questa operazione è fondamentale per la buona riuscita del piatto.

Fate un trito di prezzemolo e aglio a cui aggiungerete il parmigiano grattugiato, le uova sbattute (3 intere e 1 tuorlo) e la ricotta. Mescolate bene, aggiustate di sale e di pepe e formate un impasto ben amalgamato, che avrà la consistenza del ripieno dei ravioli di magro.

Formate delle polpette strette e lunghe (circa 7 cm di lunghezza e 3 cm di diametro) e rotolatele su una superficie cosparsa di farina. Questa è l’operazione che trasforma le polpette in rabatòn.

Portate ad ebollizione l’acqua di cottura delle verdure salandola leggermente e lessate i rabatòn per qualche minuto prelevandoli con una schiumarola man mano che salgono in superficie.

Disponeteli poi ben allineati in una pirofila imburrata. Cospargete con abbondante parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Cuocete in forno a 180° per 10 minuti fino a che la superficie non risulti dorata.

Abbinamento vini

La ricca presenza di formaggio nel ràbaton, unita alle verdure, richiama l’abbinamento a un vino bianco, floreale, come il Musae di Tenuta Montemagno. Sauvignon Blanc e Gris, le uve di Musae, si fondono per donare profumi intensi, con delicate note di fiori bianchi, acacia e biancospino, oltre agli aromi di agrumi, pera, pompelmo e frutto della passione.

L’abbinamento può estendersi anche a un vino spumante e qui il Metodo Classico è un’opzione assolutamente pregiata. Potete quindi portare in tavola i ràbaton con il nostro TM Brut 24 mesi, uno spumante nel quale le uve barbera utilizzate per la sua produzione aggiungono quel lieve accenno tannico che rendono TM Brut una bollicina estremamente fine ed elegante.

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Vigne cantina TMM

L’identità di territorio e il riconoscimento internazionale

La filosofia di Tenuta Montemagno è da sempre la valorizzazione dei vitigni autoctoni del Monferrato. Una filosofia che, nel contempo, vuole dire valorizzazione del territorio stesso, della nostra identità ed eredità.

In questo angolo del Monferrato, patrimonio UNESCO per gli “infernot”, il Ruchè è l’autoctono per antonomasia, accompagnato da Grignolino, Malvasia, Timorasso e Barbera d’Asti. Su queste varietà ampelografiche Tenuta Montemagno ha fondato la propria filosofia produttiva che, unita a tecniche di vinificazione altamente tecnologiche, ha fatto dei propri vini un esempio di qualità e innovazione.

In un mondo enologico variegato e ricco, dove i vini da vitigni autoctoni si accompagnano a quelli internazionali, dove l’offerta è sempre più ampia, la comunicazione sempre più attenta e il consumatore sempre più preparato, allora le recensioni sulle guide – Mysterium Barbera d’Asti Superiore docg 2016 in finale per i 3 bicchieri sul Gambero Rosso, i punteggi sui wine magazine – TM24 brut 92 points su Wine Enthusiast, e le medaglie ottenute ai concorsi internazionali – medaglia d’oro a The Global Sparkling Masters per TM36 brut, l’oro di Mundus Vini per Soranus Barolo D.O.C.G. e per Solis Vis – Timorasso, l’argento a IWSC per Mysterium Barbera d’Asti Superiore D.O.C.G. 2016, diventano un vero valore aggiunto.

Il riconoscimento ha importanza per il produttore e per il consumatore: sono la conferma di un percorso produttivo e di scoperta. Gli ultimi premi che vi abbiamo raccontato sui nostri canali social e il riscontro avuto in termini di vendita e di degustazioni, hanno evidenziato che sul mercato italiano il consumatore è curioso: è pronto ad esplorare gli autoctoni ed a lasciarsi stupire. Sono i cosiddetti “millennians” a fare da apri pista. Sui mercati internazionali la medaglia e il punteggio alto sono la conferma di un’attenzione sempre crescente all’autoctono e allo stile innovativo, alla scoperta dei nostri vini e della nostra realtà produttiva.

La produzione Tenuta Montemagno ci racconta che il vino sposa la nobiltà della terra con le cronache del cielo, le radici profonde dei vitigni con i grappoli pazzi di sole, la mano attenta dell’enologo con l’intuizione del produttore.

I nostri vini accompagnano gli appassionati attraverso un percorso di conoscenza che va dall’autoctono, all’innovativo, al tradizionale per ricondurre sempre al cuore di Tenuta Montemagno.

Targa Barbera Tenuta Montemagno

TM Brut: la Barbera si fa spumante

La Barbera d’Asti è l’identità di Tenuta Montemagno, produttore nel cuore del Monferrato.

È l’uva che più ne racconta la storia attraverso le vigne di oltre 80 anni, poste a dimora su terreno argilloso-calcareo con marne leggermente ricche di limo e con esposizione ad Ovest. La vendemmia è precoce e manuale, con un’accurata selezione dei grappoli.

La barbera è un’uva versatile, affascinante e per questo sa essere protagonista. I TM Brut di Tenuta MontemagnoTM24 e TM36, sono frutto di intuizione e innovazione: spumanti Metodo Classico di barbera vinificata in purezza, che affina sui lieviti per un periodo di 24 mesi – TM24 e 36 mesi – TM36. Il risultato ottenuto è sorprendente.

TM24 si presenta con un perlage elegante e un bouquet intenso delicato e ampio, note di lievito, delicati profumi di crosta di pane, sentori di fiori appena raccolti e frutti di bosco. Al palato è fresco, vivo e sapido, con un’ottima nervatura acida; la mineralità è bene espressa, accompagnata da un leggero retrogusto di prugna selvatica e ribes. Le peculiarità varietali della barbera sono sempre ben presenti, quasi a tesserne l’ordito.

Un brut che ha ottenuto 92 punti da Wine Enthusiast, una delle più illustri riviste internazionali di vino.

Se TM24 è inaspettato per la sua struttura, colore e piacevolezza, TM brut 36 è sorprendentemente unico, tanto da essere premiato con la medaglia d’oro – categoria Sparkling Rosé, al concorso internazionale The Global Sparkling Masters 2020.

Il bouquet si apre con note di crosta di pane, biscotto e con un’ampiezza di profumi che ricordano i frutti di bosco e le bacche rosse; note floreali che richiamano la rosa e fiori appena raccolti. Sul palato la struttura è elegante e si intreccia ai tratti minerali e a un leggero retrogusto di ribes. Le caratteristiche varietali della Barbera, anche in questa versione, ne sono la trama su cui si intrecciano i profumi e gli aromi. TM24 e TM36 sono l’esempio di come la barbera sia un’uva preziosa e versatile, che sa raccontare la sua storia anche attraverso i Brut – Metodo Classico, in cui tradizione e innovazione si incontrano e dove la barbera da vino diventa bollicina per tornare ad essere vino.