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vendemmia 2023

La vendemmia Tenuta Montemagno 2023

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Che questo sarebbe stato un anno particolare per la coltivazione e il raccolto delle uve 2023 lo si era già inteso dallo scorso 2022, ricordato come un anno difficile a causa dell’estrema siccità che ha compromesso una parte delle vigne, costringendo alcune case vinicole a intervenire sulle piante e a eseguire la ripiantumazione delle barbatelle per recuperare, negli anni futuri, ciò che la scarsità d’acqua ha provocato. Ma nonostante questi segnali d’attenzione, il 2023 è stato capace di sorprenderci ancora, per una decisa variabilità delle condizioni climatiche che hanno interessato le coltivazioni a partire dall’inverno e che si sono susseguite fino all’estate.

Facciamo il punto della situazione con Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, per comprendere l’andamento del 2023, con un focus sulla vendemmia appena conclusa e su come saranno i vini frutto di questa raccolta.

Vendemmia 2023

Le condizioni climatiche dell’estate 2023

“Questa è un’annata particolare,” esordisce Roberto, “ma lo potevamo già capire da come sono state primavera ed estate; da un periodo di siccità estremo siamo passati a una semi-risoluzione durante i mesi di giugno e inizio di luglio, per tornate a un’altra situazione di stress dovuto alle alte temperature raggiunte da inizio, fino a metà agosto”.

In questo periodo, per due settimane circa, il termometro ha segnato 40°/45° con valori medi notturni sempre al di sopra dei 30°. L’effetto sulle piante è stato il blocco della fotosintesi e quindi della maturazione dei grappoli.  Così il 22 di agosto, in anticipo al calendario tradizionale, è iniziata la raccolta del Sauvignon.

“Abbiamo deciso di realizzare una corsa contro il tempo per evitare che queste uve, molto sensibili alle condizioni climatiche, si bruciassero. Il Sauvignon, infatti, a causa del forte caldo può “scottarsi” e produrre delle ossidazioni che, a loro volta, potrebbero portare a una perdita di quegli aromi molto importanti per il varietale”.

raccolta uva

La vendemmia anticipata

La scelta di effettuare una vendemmia anticipata è stata dettata anche dalla volontà di mantenere una buona qualità dell’uva, a discapito dei volumi raccolti.

“A fine agosto abbiamo avuto tre giorni di pioggia abbondante”, prosegue Roberto. “Questo ha ripristinato gli equilibri idrici delle piante. Gli acini hanno ripreso a ingrossarsi, le maturazioni hanno ripreso il loro corso, e la vegetazione riacquisiva quindi anche il colore naturale del periodo; da un verde dalla luminosità piuttosto spenta si è tornati ad avere un bel verde scuro, segnale che indicava la ripresa della fotosintesi”.

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Vendemmia 2023

Da quel momento in avanti è ripresa la raccolta, prima con le uve Barbera per la vinificazione del TM Brut e quindi col Syrah, utilizzato per l’etichetta Violae (blend di Syrah e Barbera). La vinificazione del Syrah si propone con un colore particolarmente carico, una struttura interessante e, quindi, una buona concentrazione.

Nel corso del mese di settembre la vendemmia è proseguita con il Timorasso, giunto a perfetta maturazione proprio grazie alle abbondanti piogge di fine agosto, utilizzato per Solis Vis, e Nymphae.

“Ora (metà settembre, ndr), stiamo raccogliendo le uve Barbera, destinate alla vinificazione dei rossi Austerum a Mysterium, che stanno offrendo la qualità di sempre con una maggiore morbidezza e freschezza. Prossimamente proseguiremo con le uve Ruchè per Nobilis, mentre la raccolta per Invictus, il Ruché realizzato con vendemmia tardiva, avrà luogo a due settimane di distanza”.

Tirando le somme della vendemmia 2023 di Tenuta Montemagno, possiamo quindi affermare che si caratterizza per volumi ridotti, una buona qualità dei grappoli raccolti e degli ottimi presupposti per la vinificazione. 

cantina Tenuta Montemagno

I lavori di primavera in vigna e cantina Tenuta Montemagno

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Il 2022 sarà certamente ricordato da tutti i produttori di vino come un anno di forte siccità. Analogamente il 2023 sarà ricordato per essere stato un anno, almeno nei primi 6 mesi, particolarmente bizzarro dal punto di vista meteorologico. La siccità dello scorso anno si è protratta anche per i primi mesi di questo per poi cambiare improvvisamente e portare le attenzioni di enologi e agronomi da scarsezza ad abbondanza di acqua nel terreno.

In questo articolo scopriremo con Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, cosa sia successo fra i filari nel corso della primavera in Tenuta e cosa sia stato fatto per affrontare l’improvvisa abbondanza d’acqua e predisporre al meglio la vigna per la stagione, l’estate, che porta alla vendemmia.

La prima parte della primavera 2023 si è riproposta all’insegna della siccità. Uno stato che ha le sue origini nello scorso anno e che è perdurato, salvo qualche sporadico evento piovoso e nevoso, per tutto l’inverno e la prima parte di quest’anno. Dal mese di maggio c’è stata un’inversione climatica: da zero pioggia a 2-3 giorni di acqua alla settimana.

Questo ribaltamento porta con sé due potenziali conseguenze: una positiva e una negativa. La prima, come è facile immaginare, risolve il problema idrico; le piogge abbondanti portano molto nutrimento alle viti e queste manifestano una decisa vegetazione. La seconda, anch’essa facilmente intuibile, è la possibile presenza di funghi (prevalentemente peronospera e oidio), che visti i tempi molto ridotti fra un evento piovoso e il successivo, potrebbero diventare particolarmente forti e aggressivi. Massima attenzione quindi, con interventi di difesa da eseguire in vigna, come la “distribuzione” più ordinata dei germogli, affinché si crei un maggior passaggio di aria e diminuiscano i potenziali rischi di attecchimento e crescita dei funghi.

Vigna di Timorasso in Tenuta Montemagno

Un altro aspetto piuttosto insolito e che potrebbe richiedere interventi correttivi è sempre legato all’abbondanza di acqua e alla conseguente spinta vegetativa delle piante che si mostra con un evidente rigogliosità del fogliame. Questo segno è decisamente positivo, ma evidenzia una crescita leggermente disomogenea dei germogli anche a livello di singola pianta.

Si tratta del risultato dello stress subito dalle viti durante la siccità, quando i germogli sono cresciuti tutti con grande difficoltà; ora, con l’arrivo delle precipitazioni, si notano chiaramente le differenze generate da questo stress, con germogli più forti di altri.

Questa disomogeneità vegetativa ci induce a monitorare con grande meticolosità l’evolversi della stagione, per programmare in anticipo gli interventi in vigna, presumibilmente a inizio agosto. Normalmente già effettuiamo il diradamento dei grappoli, così da garantire il giusto equilibrio tra la qualità delle uve raccolte e la quantità; quest’anno ci aspettiamo un intensificarsi di questa operazione che dona vigore alla vite e ai grappoli più maturi e nutrimento al terreno, su cui vengono lasciati i grappoli potati.

In cantina si è proseguito con l’imbottigliamento di buona parte dei vini rossi, mentre per i bianchi questa attività è stata completata a fine inverno: Violae (blend di Syrah e Barbera d’Asti), Soranus (il Barolo di Tenuta Motnemagno), Mysterium 2019 (Barbera d’Asti Superiore) e Nobilis (Ruchè di Castagnole Monferrato).

A breve seguirà anche Invictus, sempre Ruchè di Castagnole Monferrato, particolarmente deciso e strutturato, ottenuto eseguendo una vendemmia tardiva delle uve.

A riposo orizzontalmente, per 24 e 36 mesi, invece i TM Brut (Metodo Classico da uve Barbera), il cui “tiraggio” è stato effettuato a metà-fine marzo.

I cambiamenti climatici di cui abbiamo ampiamente scritto nella prima parte dell’articolo, hanno avuto un altro riscontro positivo. Mentre durante l’inverno era evidente che la vegetazione del vigneto fosse in anticipo di due settimane, ora si nota come questa condizione sia stata azzerata; di conseguenza la previsione di vendemmia potrebbe tornare alle scadenze più tradizionali, da fine agosto-inizio settembre in poi. 

Ne riparleremo quindi con il prossimo editoriale, quando avremo aggiornamenti sullo stato della vigna durante l’estate e sui lavori di preparazione o completamento della vendemmia 2023.

Tenuta Montemagno in inverno

I lavori in vigna e cantina di Tenuta Montemagno di fine inverno

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Siamo entrati da qualche giorno nella stagione primaverile, il periodo nel quale la vigna si risveglia dal riposo invernale e si prepara a rinascere per donare quei frutti meravigliosi che raccoglieremo alla fine della stagione estiva. Nello scorso articolo abbiamo appreso quali siano stati i lavori affrontati all’inizio della stagione fredda.

In questo vedremo insieme a Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, cosa sia stato fatto nella seconda metà dell’inverno e come ci si stia preparando al risveglio primaverile.

Iniziamo precisando che da gennaio a oggi (siamo ormai nell’ultima decade di marzo), l’inverno è stato caratterizzato da temperature miti.

Solo a febbraio, e per meno di una settimana, si sono registrati abbassamenti delle temperature al di sotto dello zero termico. Anche per quanto riguarda le precipitazioni c’è da dire che queste sono state decisamente scarse, indice di una continuità di siccità che persiste ormai dallo scorso anno.

In vigna sono state completate tutte le potature; i tralci che erano stati tagliati a fine vendemmia sono stati rimossi completamente. Da inizio marzo si è iniziato a piegare e legare il capo-frutto per lasciare che le piante inizino a germogliare per la nuova annata. È proprio in quest’ultimo periodo che si è notata una ripresa vegetativa molto più rapida rispetto alle normali attività delle vigne. Si è osservata infatti la presenza delle prime gemme cotonose, segno che queste si stanno gonfiando, quando normalmente a marzo si sarebbero dovuti vedere i primi “pianti” della vigna. Va comunque detto che questi pianti ci sono stati anche se, a causa della scarsa quantità di riserva idrica, non sono stati vigorosi come si possono osservare normalmente.

I cambiamenti climatici osservati lo scorso anno e in particolare da fine vendemmia 2022 a oggi, sono stati oggetto di una serie di riflessioni fra gli enologi e l’agronomo di Tenuta Montemagno (Maurizio Cerrato). Scopo della riunione è stato definire una strategia da attivare per affrontare nelle migliori condizioni le avversità portate, appunto, dal tempo e non solo. Infatti, quest’anno saranno utilizzati alcuni prodotti nuovi a base naturale per sostenere le piante sia nei confronti della carenza idrica, sia per integrare e rinforzare le loro difese contro aggressioni da parassiti e funghi.

In cantina si è proseguito con l’imbottigliamento di tutti i vini bianchi (attività che si dovrebbe concludere entro la fine di marzo), mentre, sempre verso fine mese, verrà eseguito il tiraggio del TM Brut, dando così il via alla seconda fermentazione in bottiglia con lieviti e zuccheri che servono a produrre le bollicine. A inizio marzo è stato effettuato l’imbottigliamento del Grignolino, mentre per tutti gli altri rossi è proseguita la fase di affinamento, a seconda del tipo di vino, in vasca o in legno.

Una stagione di preparazione quindi, questa invernale, per predisporre al meglio le vigne e per attivare le strategie che consentano alla natura di lavorare nelle migliori condizioni con. l’arrivo della bella stagione. Il prossimo appuntamento con questi nostri editoriali dedicati a vigneti e cantina Tenuta Montemagno è programmato per luglio; in quell’occasione potremo raccontare cosa sia stato fatto durante la Primavera 2023

Tenuta Montemagno in inverno

I lavori invernali in vigna e cantina di Tenuta Montemagno

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Una domanda che spesso ci sentiamo porre durante le visite guidate in cantina: “…ma nei mesi invernali la cantina è chiusa e voi siete in ferie?” Sarebbe davvero bello potersi riposare per tanti mesi, ma la natura non dorme mai! Così, dopo la vendemmia 2022, in Tenuta Montemagno, come in tutte le cantine vinicole, si entra nel periodo di attività invernali e pre-primaverili di manutenzione in vigna e di lavorazione del vino in cantina.

vigna Timorasso in inverno

Torniamo per un momento a ottobre e novembre, quando l’inverno non è ancora arrivato con la sua piena forza. In questi mesi le piante segnalate e tagliate nel corso dei mesi di luglio e agosto, vengono rimosse per fare posto alle barbatellle, piantumate durante l’autunno e, dopo i mesi freddi, a primavera. Si tratta di un’operazione importante per mantenere sempre una coltivazione in grado di assicurare una resa per ettaro adeguata ai quantitativi di produzione attesi negli anni a venire. Saranno necessari tre anni prima che le barbatelle producano i preziosi frutti e possano fornire il loro contributo alla produzione. 

Durante le corte giornate dei lunghi mesi invernali si eseguono gli interventi di manutenzione ordinaria del vigneto con la sostituzione di pali e fili danneggiati, al fine di rimettere a punto l’assetto e la struttura portante della vigna e predisporla al meglio per la primavera. Si procede quindi all’osservazione dello stato del terreno dopo un’annata, il 2022, caratterizzato da un’estrema e persistente siccità.

Quest’anno, per rafforzare l’apparato radicale delle viti, abbiamo eseguito degli interventi di concimazione con materiale organico; questa operazione assicura un aumento dell’ossigenazione per i nutrienti presenti nelle zolle e migliora le condizioni di trattenimento dell’acqua (nei periodi piovosi attesi), e di rilascio nelle giornate soleggiate.

cisterne Tenuta Montemagno

È molto importante che il terreno sia nelle migliori condizioni possibili già in primavera perché si crei una riserva d’acqua capace di aiutare la vigna durante la ripartenza vegetativa.

Ora trasferiamoci in cantina, in cui regnano temperatura e umidità costante, un microclima perfetto per la conservazione del vino. Verso la fine dell’autunno, giungono a completamento le fermentazioni alcoliche. Si procede quindi alla messa a freddo delle vasche per i vini bianchi, regolandole affinché mantengano una temperatura costante attorno ai 6°/8° C.

Si blocca in tal modo la fermentazione malolattica che porterebbe a un aumento indesiderato della gradazione alcolica del prodotto finale.

Per i vini rossi, invece, questa fermentazione viene sollecitata regolando la temperatura delle vasche attorno ai 20°C. Il risultato conseguente è un ammorbidimento e la stabilizzazione biologica del vino. Una volta completate queste attività, e siamo ormai giunti in pieno inverno, si procede all’affinamento e quindi all’imbottigliamento.

L’inverno 2022-2023 si è distinto, dal punto di vista climatico e almeno per il primo periodo, da temperature anomale ed elevate. Dopo i primi freddi di novembre e una lieve nevicata, le temperature sono salite in modo quasi eccessivo. Prima ancora dei freddi di metà novembre si era già notato come le foglie rimanessero sulle piante; il foliage autunnale ha avuto luogo in ritardo segnalando, in pratica, che le piante hanno percepito come l’inverno non fosse ancora arrivato e ritardando, a loro volta, la fase di dormienza. Tutto questo comporterà un attento e preciso intervento del nostro agronomo che servirà, da un lato, a valutare lo stato delle viti e, dall’altro, a dare indicazioni su eventuali interventi ad hoc da eseguire prima di dare il via alle potature di primavera.

Degli interventi invernali conclusivi e di quelli di apertura della primavera parleremo nel prossimo articolo dedicato ai lavori in Tenuta Montemagno, previsto per marzo/aprile. A presto!

Tenuta Montemagno vite

I lavori in vigna e in cantina: la primavera

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Nantiat, enologo di Tenuta Montemagno

Degustare un buon vino è l’atto conclusivo di una sublime storia d’amore. Una storia che unisce l’uomo e la natura, la passione per la coltivazione delle vigne e l’accettazione di questa attenzione da parte della natura. Ma quanto lavoro c’è dietro un calice di vino? Si tratta di un lavoro che dura mesi, a volte anni se consideriamo il tempo necessario a ottenere vini invecchiati 3, 4, 5 anni e più.

calici vino

Scopriamo insieme quindi il lavoro che i tecnici enologi eseguono in Tenuta Montemagno nel corso delle stagioni affinché le viti, nel loro percorso di sviluppo e crescita, raggiungano le condizioni ottimali per produrre i grappoli dai quali si otterrà il buon vino da degustare.

Iniziamo questo percorso conoscitivo parlando della primavera. Una stagione importante e, a volte, critica, in quanto soggetta a sbalzi consistenti di temperatura (a volte col ritorno delle gelate), e periodi anche lunghi di siccità come è successo quest’anno nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile.

Senza l’acqua le piante rallentano la loro crescita, così in questo periodo i tecnici di Tenuta Montemagno hanno mantenuto alta l’attenzione a cogliere eventuali segni di sofferenza delle viti che, fortunatamente, non sono apparsi, segno di una coltivazione in condizioni di salute ottimali.

Maggio ha visto il ritorno della pioggia che ha portato nuova energia per la crescita dei germogli. Nell’attesa dell’arrivo della pioggia, fra aprile e i primi di maggio si è dato corso alla trinciatura e sfalciatura, cioè alla pulizia del terreno dall’erba. Un’operazione che favorisce un migliore assorbimento dell’acqua piovana ed elimina la competizione idrica tra la vite e l’erba. Queste operazioni sono eseguite esclusivamente con l’uso di attrezzi meccanici e senza chimica.

Fra maggio e giugno è stata eseguita una potatura verde, precisamente la spollonatura e la scacchiatura, con la rimozione dei germogli in eccesso. Questa operazione, ben calibrata, consente di equilibrare e favorire la ventilazione all’interno della massa fogliare, con il conseguente beneficio di ridurre la suscettibilità alle malattie fungine e aumentare la capacità di assorbimento dei raggi solari.

A partire da Marzo, con la ripresa vegetativa della vite, la vigna richiede un’attenta gestione della crescita e delle operazioni da effettuare, al fine di garantire il migliore equilibrio vegeto-produttivo e poter quindi arrivare in vendemmia con un prodotto di qualità.

cantine

Altrettanto si può dire per l’impegno richiesto nella gestione dei lavori di cantina. Per quanto riguarda i bianchi fermi di Tenuta Montemagno (Musae, Nymphae e Solis Vis), successivamente alle avvenute fermentazioni alcoliche, i vini sono stati mantenuti a contatto con i lieviti (affinamento sur lies) per circa sei mesi e imbottigliati all’inizio della primavera.

A seguire sono stati imbottigliati lo speziato e fresco Ruber (Grignolino) ed il morbido e intenso Violae (Monferrato rosso). Nel mese di Marzo è stato effettuato il tiraggio della Barbera vinificata in bianco, per produrre lo Spumante TM Brut. A questa operazione è seguito un mese circa di rifermentazione e rimarrà per i prossimi 24 e 36 mesi in affinamento sui lieviti.

I vini ancora presenti in cantina rimangono in affinamento, chi in vasca di acciaio (Austerum, Nobilis, Invictus) e chi in legno (Mysterium), in attesa del perfetto momento per essere messi in bottiglia.

Tanto il lavoro da svolgere in primavera e tanto è l’amore che doniamo per produrre vini nelle condizioni migliori per raggiungere le tavole di degustazione di tutto il mondo.

Foto del mese ottobre 2021 Tenuta Montermagno

Foto del mese – ottobre 2021

L’autunno in vigna, ritratto perfettamente in questa fotografia di Alberto Colonna, è stata scelta come fotografia del mese per ottobre 2021.

Foto del mese ottobre 2021 Tenuta Montermagno
(Foto by Alberto Colonna)
Tenuta Montemagno

Metodo TM

Il metodo TM: innovazione sulla strada della tradizione. 

L’approccio della famiglia Barea, dell’enologo Gianfranco Cordero e dell’agronomo Maurizio Cerrato ha come obiettivo di realizzare vini unici in grado di regalare grandi emozioni e garantire salubrità e longevità ai vini targati TM.

L’impronta dei vini Tenuta Montemagno è rappresentata dalla bassissima percentuale di solfiti presente in tutte le etichette, dalle bollicine metodo Classico, ai bianchi autoctoni o internazionali, fino ai grandi rossi della tradizione.

LA QUALITA’ IN VIGNA

Sin dalla messa a dimora delle barbatelle, il team di agronomi ed enologi lavorano affinchè venga rispettato il rigido protocollo del Metodo TM, e il risultato della vendemmia ne rispecchi le aspettative. Il Monferrato è un territorio a volte difficile e aspro, la profonda conoscenza del terreno e delle condizioni pedoclimatiche sono elementi fondamentali per interpretare al meglio la messa a dimora delle singole uve e ottenere così vini capaci di regalare emozioni ad ogni sorso.

La conoscenza del territorio, l’ottimizzazione della resa per ogni singola vite, attraverso un accurato diradamento dei grappoli condotto manualmente, ad esempio rimangono solo 6 grappoli su ogni vite di Barbera Mysterium. La raccolta manuale dei grappoli, completa le fasi di cura in vigna e genera i presupposti per creare vini salubri e longevi.

La conformazione e la dislocazione delle colline vitate intorno alla Tenuta, svolgono un ruolo fondamentale per garantire la qualità della raccolta durante la vendemmia. La vicinanza dei filari che circondano la cantina, la posa manuale dei grappoli in piccole cassette, che avvengono sempre sotto il controllo attento del nostro team di enologi, sono la garanzia che le uve giungano in cantina in condizioni perfette, dopo un brevissimo lasso di tempo dalla raccolta, senza fuori uscita di succo che potrebbe innescare fermentazioni indesiderate e incontrollate.

In vigna il lavoro dell’agronomo, per garantire la qualità dei grappoli, inizia da lontano, da una visione che potremmo definire olistica. Oltre all’esperienza di chi ben conosce la nostra terra, ampio spazio alla tecnologia diffusa tra i filari per raccogliere ed elaborare dati metereologici relativi a precipitazioni, umidità e temperature, e sistemi biologici di cattura degli insetti per misurarne la concentrazione, così da prevedere trattamenti mirati, puntuali solo nei momenti e nelle zone in cui sono strettamente necessari.

In Tenuta Montemagno gli interventi sono a residuo zero, e abbracciano la filosofia del “biological first”, per salvaguardare la vite, il territorio e la salute di chi consuma e produce il vino. L’obiettivo di ottenere percentuali di solfiti bassissime, parte da lontano e dalla passione di fare al meglio tutte le fasi dalla coltivazione della vigna fino all’imbottigliamento.

LA QUALITA’ DURANTE LA VINIFICAZIONE

In Tenuta Montemagno la suggestione e il fascino che si ritrovano in cantina, suonano in perfetta armonia con l’innovazione tecnologica della struttura.

Qui, tutte le lavorazioni in vasca avvengono in ambiente anaerobico, ovvero in assenza di ossigeno, grazie all’utilizzo di compressori dotati di filtri assoluti che separano l’ossigeno dall’aria. In questo modo si genera l’azoto che viene utilizzato in tutti i processi per evitare l’ossidazione prima del mosto e poi del vino. Inoltre, temperature e umidità controllate accuratamente prevengono il rischio di formazione di microorganismi e muffe, che minerebbero la salubrità e la longevità dei vini.

La visione e la passione che risuonano in Tenuta Montemagno, hanno fatto sì che contribuissimo all’innovazione, alla progettazione e all’ottimizzazione dei vinificatori utilizzati in cantina, affinché rispondessero al meglio al nostro metodo di vinificazione. 

I nostri vinificatori sono vasche a chiusura ermetica, che garantiscono una conservazione di tutti gli aromi. Inoltre, i rimontaggi avvengono in modo totalmente naturale, sfruttando la pressione dell’anidride carbonica che si genera tumultuosamente durante la fase di fermentazione, in cui sono impiegati esclusivamente lieviti nobili selezionati. 

Nell’arco delle 24h vengono effettuati fino a 6 rimontaggi in modo totalmente automatico e naturale. 

Con questa modalità di vinificazione del tutto naturale, l’estrazione di polifenoli, che donano l’aroma al vino, di antociani, responsabili della colorazione e di tannini fautori della longevità e della complessità, è estremamente elevata già il giorno successivo l’inizio della fase fermentativa.

Per i vini rossi, l’avvio di questa delicata fase avviene solo al riempimento della vasca, mantenendo in perfetto equilibrio le temperature grazie alla tecnologia Nectar.

Per i vini bianchi si adotta una pressatura soft e una macerazione carbonica con ghiaccio secco al fine di preservare i delicati e preziosi aromi e profumi che contraddistinguono le uve di Timorasso e Sauvignon. 

Anche la fase di imbottigliamento, dopo il lavaggio delle bottiglie, avviene in ambiente anaerobico, affinché il vino non entri in contatto con l’ossigeno e non subisca un processo ossidativo in bottiglia. In questo modo, oltre a garantire il rispetto della filiera in ambiente controllato, doniamo ai nostri vini grande longevità.

L’aggiunta dei solfiti, necessari a garantire la buona conservazione del vino, è calcolata sulla base delle analisi effettuate in cantina durante le fasi di lavorazione e rappresenta il quantitativo minimo indispensabile per mantenere le caratteristiche organolettiche del vino e preservarlo durante il riposo in bottiglia. 

Rispetto ai parametri dettati dai disciplinari D.O.C. , D.O.C.G (max 200mg/l) e dei vini Biologici (max 150 mg/l), le etichette di Tenuta Montemagno si posizionano su valori sensibilmente inferiori. Basti citare i 29 mg/l del Ruché Invictus, i 41 mg/l del Grignolino o i 69 mg/l delle bollicine metodo Classico. 

LA QUALITA’ IN CANTINA

Raggiungere e mantenere nel tempo i risultati di eccellenza richiede tanta passione, impegno e dedizione, oltre alla profonda conoscenza del territorio, e all’interpretazione magistrale del “terroir”.

La cantina di Tenuta Montemagno è stata pensata e progettata sin dall’origine per realizzare vini longevi e salubri con bassissimo contenuto di solfiti.

Un approccio che parte dall’idea, dall’intuizione, dalla volontà che l’ambiente in cui lavorare il vino sia il terzo elemento fondamentale (dopo la vigna e le lavorazioni in cantina), per raggiungere l’obiettivo per cui sono nate le etichette di Tenuta Montemagno.

La scelta di edificare una cantina “fuori terra”, ma dotata di tutte le più moderne tecnologie per gestire al meglio temperatura, umidità e termoventilazione nelle diverse zone, è stata una scelta vincente per controllare in modo preciso e puntuale tutte le fasi di vinificazione: dalla fermentazione in vasche d’acciaio, alla fermentazione malolattica in barricaia per la Barbera Mysterium, alla rifermentazione in bottiglia per il metodo Classico.

“foto di Ugo Zamborlini, pubblicata su Spirito di Vino n° 82 di ott/nov 2017”