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Dalla tradizione più profonda, un menù che non ti aspetti

La Civetta sul Comò, ristorante del boutique hotel Tenuta Montemagno Relais&Wine, si contraddistingue sempre di più per l’innovazione e la contaminazione tra territori lontani.

Da quando alla guida del ristorante di Tenuta Montemagno troviamo l’Executive Chef Giampiero Vento, non è più un segreto che La Civetta sul Comò abbia intrapreso un percorso gastronomico che punta sulla riscoperta dell’identità di territori tra loro lontani, accomunati da un’origine che si ispira alla cultura popolare, reinterpretandoli in chiave moderna e gourmet. 

Originario della nostra maggior isola e alfiere della sua città natale, Palermo, Giampiero nei tanti anni di presenza in territorio sabaudo, ha saputo coniugare due culture gastronomiche geograficamente lontane, ma accomunate dalla paziente ricerca nell’impiego migliore dei prodotti che, vuoi la terra, vuoi il mare, possono offrire di stagione in stagione.

E l’estate si sa, per un siciliano, è LA stagione. Per un siciliano di casa in Piemonte, la stagione dell’anno più attesa diventa l’occasione per portare sulle tavole di Montemagno dei piatti in cui la Sicilia si fonde con le colline del Monferrato senza soluzione di continuità. 

Ne è testimonianza il menù estivo de La Civetta sul Comò. Citiamo solo tre portate che stanno riscuotendo particolare gradimento tra gli ospiti del Relais e i clienti del ristorante.

Il primo “Memorie”, ovvero gnocchi di panella con gambero rosso siciliano, estratto di finocchietto selvatico e crumble di pane tostato, rappresenta IL piatto della tradizione palermitana, il cui significato affonda le radici nella convivialità tipica dei siciliani e nel desiderio di condividere le “cose buone” in modo semplice e schietto. 

Giampiero reinterpreta in chiave gourmet il simbolo dello streetfood palermitano e dona modernità ed eleganza a questi gnocchi a base di farina di ceci e patate che profumano di gambero rosso siciliano. L’estratto di finocchietto selvatico dona al piatto grande freschezza, mentre il crumble di pane tostato aggiunge un pizzico di fragranza. I gnocchi, realizzati rigorosamente a mano, vengono presentati con una bisque ottenuta dai carapaci dei gamberi, profumata al finocchietto e al prezzemolo, per dare una spinta di sapori e aromi al piatto.

Quale tra le nostre etichette poteva reggere e valorizzare un piatto così saporito, ma al tempo stesso elegante, se non Solis Vis, da uve Timorasso in purezza.  I nostri terreni argilloso calcarei, ricchi di limo, esposti a sud est, ci regalano un bianco dai profumi unici di pietra focaia e frutta bianca, con una lunghissima persistenza e spiccata mineralità, l’ideale per predisporre il palato al prossimo gnocco di panella.

Spaghetti all’aglio nero di Voghera, un altro primo stupefacente e indomabile!

Un “azzardo”, così l’Executive Chef definisce, a caldo, questo piatto. A Giampiero piacciono le sfide e l’aglio, in cucina, è una grande sfida. Come cucinarlo per estrarre gli inebrianti profumi di una materia prima spesso bistrattata e considerata minore? Rosolato, trasformato in crema, estratto…tanti tentavi, fino ad arrivare alla soluzione suggerita dalla materia prima stessa.

Una vocina in cucina riecheggiava in continuazione “puoi fare di più per valorizzarmi”… ma Giampiero era ormai convinto che quell’aglio andasse “domato” più che valorizzato. Con quali armi? Innanzitutto, la scelta della pasta: uno spaghetto monograno Felicetti, ricco di amido, cotto in estrazione, fino a diventare nero, nero come l’aglio di Voghera. E poi esperimenti di abbinamento: con verdure, frutta, pesce…NIENTE. 

Ma la soluzione, come spesso accade, era lì, sotto gli occhi dello Chef, in un pentolone sempre fumante e profumante la cucina. L’unico sapore che poteva domare e valorizzare la ricchezza aromatica dell’aglio nero di Voghera, era il “fondo di vitello ristretto” cotto per ben tre giorni, un grande classico della cucina del nostro territorio. Il retrogusto caramellato, bilancia ottimamente i sapori di nocciola tostata, liquirizia e la sapidità dell’aglio. Fino ad ora la ricetta è stata creata per contrasto, ma il tocco finale è dato per assonanza: l’aggiunta della mandorla tostata richiama e valorizza i profumi tipici di nocciola tostata dell’aglio e aggiunge quella sensazione di materia durante la degustazione di questo piatto tutto da domare.

E quale miglior alleato per assaporare al meglio un piatto così difficile, se non Nobilis, il nostro Ruché di Castagnole Monferrato. Un Ruchè che si contraddistingue per i riflessi granato che spiccano nel rosso rubino che pervade il calice e una palette di aromi estremamente complessa: dai sentori di rose fresche e viole, alla frutta rossa in piena maturazione sino all’essenza di eucalipto. 

Aglio nero di Voghera, sei definitivamente domato!

Ma, lo stupore del nostro menù estivo non termina con la resa dell’aglio a sua maestà il Ruché.

Perché Giampiero si cimenta con un piatto di cacciagione assai difficile da trattare per il gusto importante, deciso e pungente della carne.


Dal Cortile” – Oca cotta rosa e il suo fondo, ciliegie confit, millefoglie di patate al Ruchè di Castagnole e liquirizia.

L’oca, un “pennuto” che fa sorridere al pensiero di annoverarlo tra la “cacciagione” e che rappresenta una vera e propria sfida in cucina. L’ennesima. Vinta grazie a una lenta cottura sottovuoto con ciliegie confit, che giunge dopo aver marinato la carne in abbondante vino bianco dalla spiccata acidità. La carne viene servita su una millefoglie arrotolata di patate cotte nel Ruchè e liquirizia, per creare un fondo molto aromatico e dolciastro. 

L’abbinamento, in questo caso, è per assonanza di aromi: Mysterium, la nostra Barbera d’Asti Superiore si è rivelata la miglior etichetta per valorizzare un piatto che potrebbe ricordare l’autunno, ma che servito sul nostro terrazzino, coccolati dalla brezza che la sera si leva dalle colline circostanti Tenuta Montemagno, si rivela un’ottima portata anche nelle serate di questa bellissima stagione.

Si sa, l’estro di uno Chef si misura anche con l’abilità nel creare il ricordo della cena, nello stimolare il desiderio di ritornare a quello stesso tavolo e…il dessert gioca un ruolo determinante.

Con “Dolce TorinoCremoso al Gianduia e caramello salato, salsa alla vaniglia e biscotto al caffè selezione “Lavazza”, Giampiero ci porta in tavola la lunghissima esperienza in terra piemontese, omaggiandone il capoluogo. La base di questo goloso dessert sono le nocciole gentili IGP coltivate in Tenuta Montemagno, una vera chicca da degustare con le nostre grappe, l’aggiunta di cioccolato bianco al 44% e un biscotto al caffè selezione “lavazza”.

L’aromaticità della mousse al Gianduia è ben contrastata dalla sapidità della base al caramello salato e della salsa alla vaniglia, un mix di sapori che esplodono con il caffè amaro versato al momento.

Il naturale abbinamento con un dessert così ricco di aromi e sapori? Dulcem, da uve Malvasia di Casorzo, vitigno autoctono per eccellenza del Monferrato. Di colore rosso intenso con delicati riflessi purpurei, Dulcem nasce da vigne con più di 25 anni, esposte a sud sud ovest. La fragranza è il suo segno distintivo, come gli aromi intensi di fragoline di bosco, lamponi, mirtilli e i sentori di rosa selvatica.

Stelle

L’estate sotto le stelle del Monferrato

Osservazioni della volta celeste e cinema sotto le stelle per accompagnare i nostri percorsi degustazione.

Nasce dalla passione del nostro Presidente per la volta celeste, il programma estivo di Tenuta Montemagno. Sfruttando la favorevole posizione del Relais, sito sulla sommità della collina e al centro dei 100 ettari che circondano Tenuta Montemagno, in un’area priva dall’inquinamento luminoso, durante alcune serate d’estate (22.06_20.07_09.08) organizziamo sia per gli ospiti della struttura, sia per tutti i clienti che vorranno provare un’esperienza memorabile, l’osservazione della volta celeste con una guida astronomica che ci condurrà alla scoperta delle costellazioni visibile dal 45° parallelo. Una zona vocata non solo per la coltivazione vinicola, ma anche particolarmente favorevole per scrutare il cielo nelle terse sere d’estate.

Giampiero Vento, Executive Chef de La Civetta sul Comò, preparerà un percorso degustazione dedicato a queste serate, un’esperienza degna delle stelle che si potranno scoprire una volta alzato lo sguardo verso il buio profondo del cielo del Monferrato.

Chissà, che dal naturale terrazzo panoramico della Tenuta, non si riescano a scorgere le costellazioni che hanno battezzato alcune delle nostre proposte più esclusive e hanno dato vita alla linea regalistica come Gemini, la costellazione dei Gemelli (1 bottiglia di Barbera d’Asti Superiore Mysterium + 1 bottiglia di Timorasso in purezza Solis Vis), Polaris ovvero la stella polare, la più luminosa della costellazione dell’Orsa Minore, che trova corrispondenza in una confezione di Solis Vis (Timorasso) e Invictus (Ruché di Castagnole Monferrato) oltre a due bicchieri degustazione, le due stelle della nostra linea Selezione; Lyra, a cui appartiene Vega una delle stelle più luminose del Triangolo Estivo, celebrata dal nostro Grignolino Ruber e dal Sauvignon Musae. Gli amanti della volta celeste saranno felici di scoprire Orione, a cui è dedicata la nostra proposta Rigel, composta da una bottiglia di Ruber (Grignolino d’Asti), Austerum (Barebra d’Asti) e Nymphae (blend di Sauvignon e Timorasso) o ancora la famosa Cassiopea a cui è dedicata una confezione di Barbera Superiore d’Asti nel formato Magnum, per assaporarne al meglio la complessità aromatica.

La proposta estiva di Tenuta Montemagno prosegue con gli appuntamenti del cinema sotto le stelle, sempre accompagnati da proposte gastronomiche a tema, ideate dall’estro del nostro Chef Giampiero Vento.

Le creazioni culinarie saranno il degno fondale per proiettare le sensazioni che scaturiranno dalla degustazione delle nostre etichette, in un percorso che valorizza i menù a Km0 de La Civetta sul Comò con i nostri vini.

Le calde sere d’estate saranno allietate anche dalla musica dal vivo del nostro Maestro di piano. Le prime note risuoneranno sulle colline della Tenuta già all’ora dell’aperitivo per accompagnare gli ospiti durante la cena e celebrare così la sinestesia tra la musica e il piacere della tavola.

Calata la sera, i colori caldi che dipingono le colline del Monferrato durante le lunghe giornate estive, cedono il passo alla luce fioca della luna, al bagliore delle stelle e alle esperienze sensoriali che solo un luogo nato dalla passione e dall’amore per la bellezza può regalare. 

Tutto questo è Tenuta Montemagno, un gioiello incastonato nel cuore del più autentico Monferrato.

Scopri il programma degli eventi estivi e prenota la tua serata.

Invictus-Gambero Rosso

Un dicono di noi davvero speciale

Ruchè Invictus di Castagnole Monferrato, tra i 6 migliori #Ruchè per rapporto qualità/prezzo secondo Gambero Rosso.

Chi, amante del vino, non conosce il “Gambero Rosso”?

Ecco un breve estratto della presentazione tratta dal portale ufficiale “Gambero Rosso è la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore agricolo, agroalimentare, della ristorazione e dell’hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo con un contributo rilevante per la crescita costante dell’economia.” 

Come dire, #GamberoRosso è la massima istituzione nel settore food&wine presente in Italia. 

Al “Gambero” si deve l’assegnazione di prestigiosi premi e ambìte segnalazioni, a cui i produttori aspirano come attestazione di una qualità spesso invisibile al consumatore. I famosi e famigerati “bicchieri”, assurti a simbolo dell’eccellenza vinicola, rappresentano la sintesi degli sforzi fatti prima in vigna e poi in cantina dai produttori, noti e meno noti, da aziende agricole a conduzione famigliare o da aziende con centinaia di ettari coltivati a vite.

Il #GamberoRosso rende anche omaggio a tanti “vignaioli” che si impegnano in produzioni di eccellenza, proposte con un ottimo rapporto qualità prezzo

Perché bere bene non deve essere sinonimo di esclusività, ma dovrebbe essere un’opportunità per qualunque amante del nettare di bacco.

Sulla strada della diffusione di questa “democratizzazione della qualità”, il #GamberoRosso ha fatto sosta in #Piemonte, nel #Monferrato, in quel lembo di territorio al confine con le più note e blasonate Langhe, caratterizzato da un’orografia e da terreni che esprimono vini complessi, potenti, ma anche molto eleganti e aromatici.

In Tenuta Montemagno il #Ruchè è rappresentato da ben due etichette: Nobilis, espressione della tradizione e Invictus, che nasce da una vendemmia tardiva, per dare ancora più carattere a quelle note aromatiche e ai tannini tipici del vitigno che cresce nell’area di Castagnole Monferrato, in totale sette comuni, tra cui Montemagno.

Invictus

Proprio Invictus è stato selezionato dal #GamberoRosso come uno tra i 6 migliori #Ruché di Castagnole Monferrato per il rapporto qualità prezzo, presenti nella storica guida “#Berebene 2024” con una valutazione da 90 punti in su, nella fascia di prezzo di 20€. 

La selezione effettuata dai critici è frutto di una media dei prezzi presenti on line, in cantina o sugli scaffali delle enoteche. Un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi perché pionieri nell’interpretare questo vitigno con tanto lavoro in vigna, tale da consentire di vendemmiarlo dopo un appassimento in pianta, lasciando solo i 3 grappoli migliori per ogni pianta con il taglio del tralcio che li regge, per interrompere il vaso linfatico e far sì che i grappoli appassiscano senza che la pianta possa riprendersi le sostanze nutritive accumulate in tanti mesi. La tiratura di questo Ruchè che vede la luce nelle migliori vigne esposte a sud / sud ovest, accarezzate da una continua brezza, è di circa 16.000 bottiglie in base alle annate.

L’annata 2021 del Ruchè Invictus si caratterizza per un bouquet aromatico estremamente ampio, proprio del vitigno di provenienza, arricchito da note tipiche del terreno argilloso calcareo con marne ricche di limo e ph alcalino su cui giacciono le vigne: fiori, note di ciliegia matura e pera, petali di rosa e viola, sentori di menta, eucalipto e pietra focaia, per chiudere con ampi sentori di macchia mediterranea tra cui spiccano l’erba salvia e il rosmarino.

I riflessi rosso rubino carico tendente al granato preparano a un palato che si contraddistingue per note marcatamente speziate tra cui spiccano pepe e cannella, arricchite nell’intensità dal procedimento di raccolta tardiva  delle uve che dona longevità ed eleganza uniche.

Oltre alle classiche denominazioni D.O.C (Monferrato Bianco: Sauvignon, TimorassoMonferrato Rosso, Grignolino, Malvasia) alle più nobili D.O.C.G. (Barbera, Ruché), in Monferrato troviamo superbe espressioni della #Barbera d’Asti (Austerum e Mysterium), dal carattere più austero della cugina d’Alba , del #Grignolino d’Asti (Ruber) che, a dispetto del diminutivo nel nome è espressione di un rosso tanto eclettico nelle occasioni di abbinamento, quanto ricco di aromi e del #Ruché, l’autoctono per eccellenza del #Monferrato, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

La sfida è ora aperta: assaporare il più classico Ruchè Nobilis o lasciarsi conquistare dall’aristocratico Invictus

La risposta non può nascere che da una “degustazione orizzontale”, portando sulle nostre tavole entrambe le etichette. A voi la scelta!

Scopri di più sui rossi del Monferrato di Tenuta Montemagno

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cantina Tenuta Montemagno

I lavori di primavera in vigna e cantina Tenuta Montemagno

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Il 2022 sarà certamente ricordato da tutti i produttori di vino come un anno di forte siccità. Analogamente il 2023 sarà ricordato per essere stato un anno, almeno nei primi 6 mesi, particolarmente bizzarro dal punto di vista meteorologico. La siccità dello scorso anno si è protratta anche per i primi mesi di questo per poi cambiare improvvisamente e portare le attenzioni di enologi e agronomi da scarsezza ad abbondanza di acqua nel terreno.

In questo articolo scopriremo con Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, cosa sia successo fra i filari nel corso della primavera in Tenuta e cosa sia stato fatto per affrontare l’improvvisa abbondanza d’acqua e predisporre al meglio la vigna per la stagione, l’estate, che porta alla vendemmia.

La prima parte della primavera 2023 si è riproposta all’insegna della siccità. Uno stato che ha le sue origini nello scorso anno e che è perdurato, salvo qualche sporadico evento piovoso e nevoso, per tutto l’inverno e la prima parte di quest’anno. Dal mese di maggio c’è stata un’inversione climatica: da zero pioggia a 2-3 giorni di acqua alla settimana.

Questo ribaltamento porta con sé due potenziali conseguenze: una positiva e una negativa. La prima, come è facile immaginare, risolve il problema idrico; le piogge abbondanti portano molto nutrimento alle viti e queste manifestano una decisa vegetazione. La seconda, anch’essa facilmente intuibile, è la possibile presenza di funghi (prevalentemente peronospera e oidio), che visti i tempi molto ridotti fra un evento piovoso e il successivo, potrebbero diventare particolarmente forti e aggressivi. Massima attenzione quindi, con interventi di difesa da eseguire in vigna, come la “distribuzione” più ordinata dei germogli, affinché si crei un maggior passaggio di aria e diminuiscano i potenziali rischi di attecchimento e crescita dei funghi.

Vigna di Timorasso in Tenuta Montemagno

Un altro aspetto piuttosto insolito e che potrebbe richiedere interventi correttivi è sempre legato all’abbondanza di acqua e alla conseguente spinta vegetativa delle piante che si mostra con un evidente rigogliosità del fogliame. Questo segno è decisamente positivo, ma evidenzia una crescita leggermente disomogenea dei germogli anche a livello di singola pianta.

Si tratta del risultato dello stress subito dalle viti durante la siccità, quando i germogli sono cresciuti tutti con grande difficoltà; ora, con l’arrivo delle precipitazioni, si notano chiaramente le differenze generate da questo stress, con germogli più forti di altri.

Questa disomogeneità vegetativa ci induce a monitorare con grande meticolosità l’evolversi della stagione, per programmare in anticipo gli interventi in vigna, presumibilmente a inizio agosto. Normalmente già effettuiamo il diradamento dei grappoli, così da garantire il giusto equilibrio tra la qualità delle uve raccolte e la quantità; quest’anno ci aspettiamo un intensificarsi di questa operazione che dona vigore alla vite e ai grappoli più maturi e nutrimento al terreno, su cui vengono lasciati i grappoli potati.

In cantina si è proseguito con l’imbottigliamento di buona parte dei vini rossi, mentre per i bianchi questa attività è stata completata a fine inverno: Violae (blend di Syrah e Barbera d’Asti), Soranus (il Barolo di Tenuta Motnemagno), Mysterium 2019 (Barbera d’Asti Superiore) e Nobilis (Ruchè di Castagnole Monferrato).

A breve seguirà anche Invictus, sempre Ruchè di Castagnole Monferrato, particolarmente deciso e strutturato, ottenuto eseguendo una vendemmia tardiva delle uve.

A riposo orizzontalmente, per 24 e 36 mesi, invece i TM Brut (Metodo Classico da uve Barbera), il cui “tiraggio” è stato effettuato a metà-fine marzo.

I cambiamenti climatici di cui abbiamo ampiamente scritto nella prima parte dell’articolo, hanno avuto un altro riscontro positivo. Mentre durante l’inverno era evidente che la vegetazione del vigneto fosse in anticipo di due settimane, ora si nota come questa condizione sia stata azzerata; di conseguenza la previsione di vendemmia potrebbe tornare alle scadenze più tradizionali, da fine agosto-inizio settembre in poi. 

Ne riparleremo quindi con il prossimo editoriale, quando avremo aggiornamenti sullo stato della vigna durante l’estate e sui lavori di preparazione o completamento della vendemmia 2023.

Wine Meridian e le barbere di Tenuta Montemagno

Parlano di noi – Wine Meridian

Un viaggio alla scoperta delle Barbera di Tenuta Montemagno

Agnese Ceschi, di Wine Meridian, ha scritto un articolo dedicate alle Barbera di Tenuta Montemagno. Citiamo testualmente l’incipit dell’editoriale: “L’azienda del Monferrato ha saputo fare della Barbera un segno distintivo della propria produzione con un approccio rispettoso della piante selezionando solo i migliori grappoli per vini dal bassissimo contenuto di solfiti.”

Un altro articolo che racconta come la nostra azienda stia interpretando, nel rispetto della natura e dell’uomo, uno dei vini simbolo del Monferrato.

Qui è possibile leggere integralmente l’articolo sul portale Wine Meridian.

Per chi invece volesse acquistare le nostre Barbera, di seguito i link per vistare le pagine dedicate sul nostro shop online.