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TMM relais estate

Bianchi, freschi, fermi, le etichette di Tenuta Montemagno per l’estate

Estate è sinonimo di giornate lunghe, soleggiate, serate trascorse con gli amici e aperitivi per trascorrere momenti in piacevole compagnia…anche di un buon calice di vino, meglio se bianco, fresco e dall’ampio bouquet di aromi.

Il connubio “bella stagione, calice di bianco fresco” segna, da sempre, i momenti più spensierati e conviviali.

I vini bianchi hanno il dono di saper mitigare la calura estiva grazie alla loro freschezza, all’aromaticità e, in alcuni casi, alla spiccata mineralità capace di rendere estremamente piacevole la beva.

In una terra di importanti rossi (Ruché, Barbera, Grignolino), spiccano le numerose varietà dei bianchi Tenuta Montemagno, in grado di deliziare i sensi con le loro note fruttate, aromatiche e sapide, alla scoperta di infinite possibilità di esperienze e di abbinamenti. 

Nypmhae, blend di uve Sauvignon e Timorasso coltivate nelle vigne della Tenuta con esposizione sud/sud ovest. Il connubio di queste uve dà vita a un vino esclusivo per ricchezza di sensazioni al palato e al naso (caratteristiche del vitigno Sauvignon), con una importante mineralità data dal suolo ricco di sodio, magnesio e potassio, tipica delle uve Timorasso. 

Questo Sauvignon regala intense note di agrumi e frutta esotica, dove spicca in particolare il frutto della passione, mentre il Timorasso emana delicate note minerali e di pietra focaia, un vino bianco intenso, complesso e molto piacevole.

La sua struttura, complessa e decisa, lo rende un vino con una buona capacità di affinamento, molto versatile negli abbinamenti, tanto da essere un grande classico per un aperitivo strutturato e per i brunch domenicali.

Musae, è frutto di uve Sauvignon Blanc e Sauvignon Gris (mutazione del Sauvignon Blanc caratterizzato dalla bacca rosata), vinificate in purezza. Questa etichetta si distingue per le ampie note aromatiche e la persistenza gustativa. Siamo di fronte a un vino morbido e deciso al palato. Elegante e dalla piacevole freschezza, si distingue per la grande intensità di aromi, troviamo molti agrumi ma anche fiori d’acacia e miele, sapido e di grande persistenza ed intensità.

Con l’avvicinarsi dell’estate è il vino perfetto, servito a una temperatura di 10°-12°, per accompagnare gli aperitivi più semplici e i piatti a base di pesce, anche crudo.

Solis Vis è il bianco piemontese, ottenuto da uve Timorasso, capace di trasmettere sensazioni ed emozioni che nulla hanno da invidiare a quelle dei più pregiati vini a bacca rossa, anche per la longevità che può raggiungere, possiamo definirlo un vino bianco con l’anima di un grande rosso. Solis Vis è un’etichetta particolare, regala intense note minerali il delicato profumo della pera appena tagliata ed una sapidità ed intensità uniche, la sua persistenza è veramente sorprendente, questo bianco è in grado di raggiungere importanti gradazioni e di accompagnare le portate caratterizzate da una forte personalità: dai formaggi stagionati e saporiti tipici della produzione piemontese, al baccalà, crostacei, molluschi fino alle scaloppe di foie gras e al pollame speziato, senza dimenticare il tradizionale vitello tonnato, ricetta tipica del territorio.

Nymphae, Musae, Solis Vis di Tenuta Montemagno sono i compagni perfetti per lasciarsi trasportare in un’esperienza indimenticabile, dalle infinite sfumature aromatiche e dalla inebriante freschezza che solo i bianchi nati in una terra di importanti rossi, sanno regalare.

Per degustare abbinamenti inediti, o i classici della cucina monferrina, con le nostre etichette estive, vieni a trovarci alla Civetta sul Comò, o acquista direttamente le nostre etichette per abbinarle alle tue ricette.

Tutti i vini Tenuta Montemagno sono disponibili nel nostro shop online.

vitello tonnato

Il vitello tonnato

Il vitello tonnato è un piatto tipico della cucina italiana e sebbene siano numerose le regioni che ne rivendicano le origini, oggi è considerato un piatto tradizionale Piemontese. Si tratta di una pietanza molto fresca, ideale da servire come antipasto o seconda portata per pranzi o cene estive.

Nella storia il vitello tonnato appare già nel settecento, anche se nella ricetta dei tempi pare non fosse citata la presenza del tonno. Questo fa la sua comparsa nella famosa guida Artusi alla fine dell‘800.

Ingrediente principale è, come si evince dal nome, il girello (di Fassone piemontese). Un taglio di carne di vitello che viene di norma marinato e successivamente cotto, avendo l’attenzione di mantenerne la morbidezza. Prima di sistemarlo nel piatto, dove viene abbinato alla salsa tonnata, il vitello va tagliato a fettine sottili. Di ricette dettagliate sulla preparazione di questo piatto ne esistono molte e fra loro anche differenti e lasciamo a voi lettori la scelta di quella che preferite per questa estate.

Il vitello tonnato è presente anche nel menù del ristorante La Civetta sul Comò di Tenuta Montemagno. Si tratta di una ricetta che non sveliamo, preparata appositamente dallo Chef Executive, Giampiero Vento, che vi invitiamo a provare presso il nostro relais.

E per l’abbinamento vini? Qui si apre una scelta decisamente ampia, almeno tra i vini della nostra cantina.

Si va da TM Brut, le bollicine ottenute da uve Barbera, a Musae, prodotto con uve Sauvignon, a Nymphae, un blend di ineccepibile delicatezza, realizzato unendo uve Timorasso e uve Sauvignon.

I nostri vini si possono trovare nel nostro shop online. Nel mese di luglio, peraltro, ogni 6 bottiglie di vino acquistato, si riceve in omaggio una bottiglia di Musae.

Buona estate e buon appetito!

Tenuta Montemagno vite

I lavori in vigna e in cantina: la primavera

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Nantiat, enologo di Tenuta Montemagno

Degustare un buon vino è l’atto conclusivo di una sublime storia d’amore. Una storia che unisce l’uomo e la natura, la passione per la coltivazione delle vigne e l’accettazione di questa attenzione da parte della natura. Ma quanto lavoro c’è dietro un calice di vino? Si tratta di un lavoro che dura mesi, a volte anni se consideriamo il tempo necessario a ottenere vini invecchiati 3, 4, 5 anni e più.

calici vino

Scopriamo insieme quindi il lavoro che i tecnici enologi eseguono in Tenuta Montemagno nel corso delle stagioni affinché le viti, nel loro percorso di sviluppo e crescita, raggiungano le condizioni ottimali per produrre i grappoli dai quali si otterrà il buon vino da degustare.

Iniziamo questo percorso conoscitivo parlando della primavera. Una stagione importante e, a volte, critica, in quanto soggetta a sbalzi consistenti di temperatura (a volte col ritorno delle gelate), e periodi anche lunghi di siccità come è successo quest’anno nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile.

Senza l’acqua le piante rallentano la loro crescita, così in questo periodo i tecnici di Tenuta Montemagno hanno mantenuto alta l’attenzione a cogliere eventuali segni di sofferenza delle viti che, fortunatamente, non sono apparsi, segno di una coltivazione in condizioni di salute ottimali.

Maggio ha visto il ritorno della pioggia che ha portato nuova energia per la crescita dei germogli. Nell’attesa dell’arrivo della pioggia, fra aprile e i primi di maggio si è dato corso alla trinciatura e sfalciatura, cioè alla pulizia del terreno dall’erba. Un’operazione che favorisce un migliore assorbimento dell’acqua piovana ed elimina la competizione idrica tra la vite e l’erba. Queste operazioni sono eseguite esclusivamente con l’uso di attrezzi meccanici e senza chimica.

Fra maggio e giugno è stata eseguita una potatura verde, precisamente la spollonatura e la scacchiatura, con la rimozione dei germogli in eccesso. Questa operazione, ben calibrata, consente di equilibrare e favorire la ventilazione all’interno della massa fogliare, con il conseguente beneficio di ridurre la suscettibilità alle malattie fungine e aumentare la capacità di assorbimento dei raggi solari.

A partire da Marzo, con la ripresa vegetativa della vite, la vigna richiede un’attenta gestione della crescita e delle operazioni da effettuare, al fine di garantire il migliore equilibrio vegeto-produttivo e poter quindi arrivare in vendemmia con un prodotto di qualità.

cantine

Altrettanto si può dire per l’impegno richiesto nella gestione dei lavori di cantina. Per quanto riguarda i bianchi fermi di Tenuta Montemagno (Musae, Nymphae e Solis Vis), successivamente alle avvenute fermentazioni alcoliche, i vini sono stati mantenuti a contatto con i lieviti (affinamento sur lies) per circa sei mesi e imbottigliati all’inizio della primavera.

A seguire sono stati imbottigliati lo speziato e fresco Ruber (Grignolino) ed il morbido e intenso Violae (Monferrato rosso). Nel mese di Marzo è stato effettuato il tiraggio della Barbera vinificata in bianco, per produrre lo Spumante TM Brut. A questa operazione è seguito un mese circa di rifermentazione e rimarrà per i prossimi 24 e 36 mesi in affinamento sui lieviti.

I vini ancora presenti in cantina rimangono in affinamento, chi in vasca di acciaio (Austerum, Nobilis, Invictus) e chi in legno (Mysterium), in attesa del perfetto momento per essere messi in bottiglia.

Tanto il lavoro da svolgere in primavera e tanto è l’amore che doniamo per produrre vini nelle condizioni migliori per raggiungere le tavole di degustazione di tutto il mondo.

Rabaton alessandrini

I Rabaton Alessandrini: preparazione e abbinamento

Siamo a Litta Parodi, una piccola frazione in un’area pianeggiante a pochi chilometri da Alessandria chiamata La Fraschetta. Qui, a cavallo fra i mesi di agosto e settembre, si tiene la Sagra del Ràbaton, una manifestazione che celebra uno tra i primi piatti storici della tradizione Piemontese, per l’appunto i ràbaton.

I ràbaton, che tradotto dal dialetto significa “ruzzolati”, appartengono alla famiglia degli gnocchi. Preparati senza l’uso di patate, questi gnocchi acquisiscono il loro nome dal fatto che vengono arrotolati nella farina prima della cottura. Si presentano come grossi gnocchi allungati e il ripieno è solitamente composto da erbe e formaggio, gli stessi ingredienti utilizzati in genere per la preparazione dei ravioli. La preparazione avviene mescolando assieme erbe di campo, spinaci o bietole, formaggi (ricotta e parmigiano) e uova. Ciò che li rende particolari, e in qualche modo somigliati agli “gnudi” toscani, è l’assenza di sfoglia di contenimento. In pratica è come se fossero il ripieno di un tipo di pasta senza la sfoglia esterna.

I ràbaton sono oggi oggetto di tutela da parte della “Confraternita du Ràbaton”, che ne sostiene le origini di provenienza e definisce le caratteristiche di preparazione. “È un piatto semplice, ideato dai contadini in primavera, che riporta a sapori lontani e rappresenta – forse più di tutti – la cucina mandrogna. Non esistono segreti negli ingredienti, ma nel piatto, per rispettare la tradizione, i ràbaton devono essere al massimo 7”.

Una volta preparati gli gnocchi, possono essere abbinati a differenti tipi di sugo, anche se la formula più semplice, come vorrebbe la tradizione, li prevede lessati nel brodo e gratinati con burro, formaggio, latte, e salvia o rosmarino.

Preparazione

Riportiamo di seguito la preparazione dei Ràbaton secondo la ricetta della “Confraternita”.

Ingredienti:

– ricotta 400g

– spinaci 1 kg (in alternativa agli spinace si possono utilizzare le bietole)

– prezzemolo

– parmigiano

– 4 uova

– burro 20 g

– pane grattugiato

– farina

– noce moscata

– sale e pepe

Lavate accuratamente e lessate in acqua salata gli spinaci e conservare l’acqua di cottura (ci servirà successivamente per cuocere i rabatòn). Strizzatele con molta forza fino a sentirle asciutte: questa operazione è fondamentale per la buona riuscita del piatto.

Fate un trito di prezzemolo e aglio a cui aggiungerete il parmigiano grattugiato, le uova sbattute (3 intere e 1 tuorlo) e la ricotta. Mescolate bene, aggiustate di sale e di pepe e formate un impasto ben amalgamato, che avrà la consistenza del ripieno dei ravioli di magro.

Formate delle polpette strette e lunghe (circa 7 cm di lunghezza e 3 cm di diametro) e rotolatele su una superficie cosparsa di farina. Questa è l’operazione che trasforma le polpette in rabatòn.

Portate ad ebollizione l’acqua di cottura delle verdure salandola leggermente e lessate i rabatòn per qualche minuto prelevandoli con una schiumarola man mano che salgono in superficie.

Disponeteli poi ben allineati in una pirofila imburrata. Cospargete con abbondante parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Cuocete in forno a 180° per 10 minuti fino a che la superficie non risulti dorata.

Abbinamento vini

La ricca presenza di formaggio nel ràbaton, unita alle verdure, richiama l’abbinamento a un vino bianco, floreale, come il Musae di Tenuta Montemagno. Sauvignon Blanc e Gris, le uve di Musae, si fondono per donare profumi intensi, con delicate note di fiori bianchi, acacia e biancospino, oltre agli aromi di agrumi, pera, pompelmo e frutto della passione.

L’abbinamento può estendersi anche a un vino spumante e qui il Metodo Classico è un’opzione assolutamente pregiata. Potete quindi portare in tavola i ràbaton con il nostro TM Brut 24 mesi, uno spumante nel quale le uve barbera utilizzate per la sua produzione aggiungono quel lieve accenno tannico che rendono TM Brut una bollicina estremamente fine ed elegante.

Nel redigere questo articolo abbiamo utilizzato alcune immagini prese da Internet. Se qualcuno ritiene di detenere i diritti di una o più di queste foto, e non gradisce che siano utilizzate da altri, lo preghiamo di scriverci per chiederne la rimozione.

Sauvignon Musae Tenuta Montemagno

Musae, il Sauvignon di Tenuta Montemagno

Tenuta Montemagno, è un antico casale incastonato nel cuore del Monferrato e già presente in documenti datati 1563, che si stende su 100 ettari, a cavallo di due provincie – Asti e Alessandria,  lungo il 45mo parallelo, zona da sempre vocata alla coltivazione della vite.

La composizione del terreno qui è diversificata, particolare e ricca. Non è solo marna astiana, calcareo argillosa, ma ha anche vene di gesso. Siamo in terre emerse dal mare. Quando si scassa il terreno per impiantare nuovi vigneti, capita di trovare conchiglie fossili, a testimonianza di un antico passato nelle profondità marine, che danno mineralità e sapidità.

Storicamente, delle uve Sauvignon se ne trova traccia già all’epoca degli antichi romani. Questi, a differenza dei Greci, dimostrarono che l’uva poteva essere coltivata e maturare anche nelle zone settentrionali dell’Europa e diffusero i vitigni in Provenza, nelle aree del nord della Gallia (Bordeaux, Borgogna, Alsazia e Champagne), sul Reno e sulla Mosella. Oggi il Sauvignon è uno dei più noti e diffusi vitigni a livello internazionale ed è coltivato ampiamente anche sul territorio Italiano.

Nei vigneti di Tenuta Montemagno, con esposizione sud ovest, il Sauvignon trae caratteristiche esclusive grazie a questo specifico terroir, quasi da definirsi “monferrino”.

Tenuta Montemagno interpreta questo vitigno nel bianco Musae, Monferrato Bianco DOC. Frutto di uve Sauvignon Blanc e Sauvignon Gris (mutazione del Sauvignon Blanc caratterizzato dalla bacca rosata), vinificate in purezza, Musae si differenzia per la sua delicata aromaticità e una spiccata mineralità.

Le peculiarità delle due varietà ampelografiche Sauvignon Blanc e Sauvignon Gris che lo compongono, permettono di ottenere profumi intensi, con delicate note olfattive di fiori bianchi, acacia e biancospino, con note di agrumi, pera, pompelmo e frutto della passione.

In bocca, il vino appare complesso con persistenze aromatiche uniche nel loro genere.

Si tratta di un vino morbido e deciso al palato, grazie all’affinamento sui lieviti. Elegante, dalla piacevole freschezza, si distingue per la sorprendente persistenza gustativa. Servito a una temperatura di 10-12°C, Musae, con l’avvicinarsi dell’estate è il vino perfetto per accompagnare gli aperitivi e i piatti della bella stagione.Alla bocca il vino appare complesso con persistenze aromatiche uniche nel loro genere!

Sul nostro shop online, è possibile approfondire le caratteristiche del nostro Sauvignon (Musae) e farlo arrivare direttamente sulla tua tavola.

Provalo con la battuta di fassona o con il vitello tonnato della tradizione Piemontese, posta le tue foto o i tuoi video e tagga #tenutamontemagno.

Se invece preferisci lasciare l’arte della cucina ad altri, ma apprezzi il buon vino, ti invitiamo ad acquistare il nostro Sauvignon e a “taggarci” nel momento della degustazione, svelandoci i tuoi abbinamenti preferiti.

Il processo di affinamento dei vini bianchi in Tenuta Montemagno­

I vini bianchi prodotti da Tenuta Montemagno, ottenuti da vitigni Timorasso e Sauvignon, seguono una crio-macerazione per alcune ore e una spremitura con pressa soft in ambiente completamente anaerobico, cioè con aria privata dall’ossigeno. L’obiettivo di tutti i processi di lavorazione in cantina (dalla pressatura alla macerazione fino all’imbottigliamento) è di evitare l’ossidazione e di ottenere un prodotto dai profumi persistenti, grande longevità e bassissimi contenuti di solfiti.