Articoli

Invictus-Gambero Rosso

Un dicono di noi davvero speciale

Ruchè Invictus di Castagnole Monferrato, tra i 6 migliori #Ruchè per rapporto qualità/prezzo secondo Gambero Rosso.

Chi, amante del vino, non conosce il “Gambero Rosso”?

Ecco un breve estratto della presentazione tratta dal portale ufficiale “Gambero Rosso è la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore agricolo, agroalimentare, della ristorazione e dell’hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo con un contributo rilevante per la crescita costante dell’economia.” 

Come dire, #GamberoRosso è la massima istituzione nel settore food&wine presente in Italia. 

Al “Gambero” si deve l’assegnazione di prestigiosi premi e ambìte segnalazioni, a cui i produttori aspirano come attestazione di una qualità spesso invisibile al consumatore. I famosi e famigerati “bicchieri”, assurti a simbolo dell’eccellenza vinicola, rappresentano la sintesi degli sforzi fatti prima in vigna e poi in cantina dai produttori, noti e meno noti, da aziende agricole a conduzione famigliare o da aziende con centinaia di ettari coltivati a vite.

Il #GamberoRosso rende anche omaggio a tanti “vignaioli” che si impegnano in produzioni di eccellenza, proposte con un ottimo rapporto qualità prezzo

Perché bere bene non deve essere sinonimo di esclusività, ma dovrebbe essere un’opportunità per qualunque amante del nettare di bacco.

Sulla strada della diffusione di questa “democratizzazione della qualità”, il #GamberoRosso ha fatto sosta in #Piemonte, nel #Monferrato, in quel lembo di territorio al confine con le più note e blasonate Langhe, caratterizzato da un’orografia e da terreni che esprimono vini complessi, potenti, ma anche molto eleganti e aromatici.

In Tenuta Montemagno il #Ruchè è rappresentato da ben due etichette: Nobilis, espressione della tradizione e Invictus, che nasce da una vendemmia tardiva, per dare ancora più carattere a quelle note aromatiche e ai tannini tipici del vitigno che cresce nell’area di Castagnole Monferrato, in totale sette comuni, tra cui Montemagno.

Invictus

Proprio Invictus è stato selezionato dal #GamberoRosso come uno tra i 6 migliori #Ruché di Castagnole Monferrato per il rapporto qualità prezzo, presenti nella storica guida “#Berebene 2024” con una valutazione da 90 punti in su, nella fascia di prezzo di 20€. 

La selezione effettuata dai critici è frutto di una media dei prezzi presenti on line, in cantina o sugli scaffali delle enoteche. Un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi perché pionieri nell’interpretare questo vitigno con tanto lavoro in vigna, tale da consentire di vendemmiarlo dopo un appassimento in pianta, lasciando solo i 3 grappoli migliori per ogni pianta con il taglio del tralcio che li regge, per interrompere il vaso linfatico e far sì che i grappoli appassiscano senza che la pianta possa riprendersi le sostanze nutritive accumulate in tanti mesi. La tiratura di questo Ruchè che vede la luce nelle migliori vigne esposte a sud / sud ovest, accarezzate da una continua brezza, è di circa 16.000 bottiglie in base alle annate.

L’annata 2021 del Ruchè Invictus si caratterizza per un bouquet aromatico estremamente ampio, proprio del vitigno di provenienza, arricchito da note tipiche del terreno argilloso calcareo con marne ricche di limo e ph alcalino su cui giacciono le vigne: fiori, note di ciliegia matura e pera, petali di rosa e viola, sentori di menta, eucalipto e pietra focaia, per chiudere con ampi sentori di macchia mediterranea tra cui spiccano l’erba salvia e il rosmarino.

I riflessi rosso rubino carico tendente al granato preparano a un palato che si contraddistingue per note marcatamente speziate tra cui spiccano pepe e cannella, arricchite nell’intensità dal procedimento di raccolta tardiva  delle uve che dona longevità ed eleganza uniche.

Oltre alle classiche denominazioni D.O.C (Monferrato Bianco: Sauvignon, TimorassoMonferrato Rosso, Grignolino, Malvasia) alle più nobili D.O.C.G. (Barbera, Ruché), in Monferrato troviamo superbe espressioni della #Barbera d’Asti (Austerum e Mysterium), dal carattere più austero della cugina d’Alba , del #Grignolino d’Asti (Ruber) che, a dispetto del diminutivo nel nome è espressione di un rosso tanto eclettico nelle occasioni di abbinamento, quanto ricco di aromi e del #Ruché, l’autoctono per eccellenza del #Monferrato, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

La sfida è ora aperta: assaporare il più classico Ruchè Nobilis o lasciarsi conquistare dall’aristocratico Invictus

La risposta non può nascere che da una “degustazione orizzontale”, portando sulle nostre tavole entrambe le etichette. A voi la scelta!

Scopri di più sui rossi del Monferrato di Tenuta Montemagno

Leggi l’articolo completo

Parlano di noi. Le esperienze aziendali di Wine Meridian


Gli Autoctoni: la grande Biodiversità delle varietà ampelografiche nel cuore del Monferrato

Un viaggio assieme a Tiziano Barea, titolare di Tenuta Montemagno, nel mondo degli autoctoni Grignolino, Ruchè, Timorasso, Barbera d’Asti e Malvasia di Casorzo. C’è un angolo del Monferrato, patrimonio UNESCO per gli “infernot”, dove trovano casa alcuni vitigni autoctoni che con maestria l’azienda della famiglia Barea – Tenuta Montemagno, valorizza e fa conoscere al mondo. Tenuta Montemagno è adagiata sulle dolci colline del Monferrato al 45° parallelo, coordinata particolarmente vocata alla coltivazione della vite sin da epoche antiche.

“La filosofia di Tenuta Montemagno è, da sempre, la valorizzazione dei vitigni autoctoni del Monferrato. Una filosofia che, nel contempo, vuol dire avvalorare il territorio stesso, la nostra identità ed eredità” spiega Tiziano Barea, titolare dell’azienda. La grande biodiversità delle varietà ampelografiche presenti in queste colline, ci racconta di vitigni che affondano radici antiche in questo territorio.

È qui, nel cuore del Monferrato che troviamo il Ruchè, l’autoctono per antonomasia, accompagnato da Grignolino, Malvasia, Timorasso e Barbera d’Asti. “Su queste varietà ampelografiche Tenuta Montemagno ha fondato la propria filosofia produttiva che, unita a tecniche di vinificazione altamente tecnologiche, ha fatto dei propri vini un esempio di qualità e innovazione” prosegue Tiziano Barea. “Il nostro metodo TM si sviluppa attraverso i seguenti aspetti: produzioni limitate, accurata defogliazione della vigna per consentire una corretta areazione dei grappoli selezionati e raccolti a mano; una seconda selezione, rigorosamente manuale, precede la fase di diraspatura meccanica e la successiva fermentazione, effettuata esclusivamente con lieviti nobili selezionati. Per i vini rossi, l’avvio di questa delicata fase avviene solo al riempimento della vasca, mantenendo in perfetto equilibrio le temperature grazie alla tecnologia Nectar” continua il titolare di Tenuta Montemagno. Entriamo dunque insieme a Tiziano Barea in un viaggio alla scoperta di queste varietà autoctone e conosciamone i protagonisti nel bicchiere.

Leggi qui l’articolo integrale di Wine Meridian

Parlano di noi: Wine Meridian Italian Wine Tour

Fabio Piccoli, giornalista professionista, esperto di economia e marketing del settore vitivinicolo, è fondatore e direttore responsabile di Wine Meridian, primo magazine online italiano interamente dedicato al vino italiano nel mondo.

Tenuta Montemagno, l’eleganza in tutte le sue espressioni

Nel cuore del Monferrato l’azienda di Tiziano Barea testimonia da anni la grande capacità di coniugare l’eccellenza vitivinicola con l’eleganza della struttura produttiva e di accoglienza ma anche del paesaggio che la circonda. Sono già venuto tre volte a Tenuta Montemagno, ma è una di quelle aziende, di quei territori che non ti stanchi mai di guardare, di frequentare perché ogni volta di regala prospettive diverse e sempre nuove sensazioni positive.

Siamo nel cuore del Monferrato, e non è un modo di dire scontato, perché la Tenuta, di proprietà del bravo a appassionato Tiziano Barea, è veramente circondata a 360° dall’elegante campagna monferrina.

Tiziano è un custode attento e scrupoloso di questa bellezza. Mi verrebbe da dire che la sua principale preoccupazione è riuscire a garantire che tutto sia “coordinato”, nulla fuori posto e anche i suoi vini sono positivamente condizionati da questa sua filosofia.

Questo nostro Italian Wine Tour ha amplificato la nostra sensibilità nei confronti della bellezza dei luoghi. Andando a rileggere i nostri articoli sulle diverse aziende incontrate in effetti l’elemento “estetico” ha una priorità assoluta assieme al cosiddetto fattore umano. Ma l’uomo con il suo carattere e la sua sensibilità e la bellezza dei luoghi siamo sempre più convinti saranno i fattori strategici anche per il futuro del nostro sistema vitivinicolo.

Per questa ragione, a mio parere, aziende come Tenuta Montemagno sono un paradigma molto importante di quanto sopra evidenziato perché testimoniano concretamente il fondamentale mix tra competenze e passioni umane e al tempo stesso l’eleganza di un luogo sia dal punto di vista naturale ma anche delle strutture che sono state qui costruite.

Abbiamo degustato anche questa volta gran parte della gamma della Tenuta che ci ha convinti completamente a dimostrazione dell’efficacia del loro cosiddetto metodo TM che si sviluppa attraverso i seguenti aspetti: produzioni limitate, accurata defogliazione della vigna per consentite una corretta areazione dei grappoli selezionati e raccolti a mano; una seconda selezione, rigorosamente manuale, precede la fase di diraspatura meccanica e la successiva fermentazione effettuata esclusivamente con lieviti nobili selezionati. Per i vini rossi, l’avvio di questa delicata fase avviene solo al riempimento della vasca, mantenendo in perfetto equilibrio le temperature grazie alla tecnologia Nectar.

I risultati di tali scelte trovano conferma anche nei metodo classico dell’azienda che, tra l’altro, dimostrano come la Barbera possa diventare anche un ottima varietà per la spumantizzazione, e Tenuta Montemagno, almeno alla luce della mia esperienza, realizza alcuni delle migliori bollicine con quest’uva che viene vendemmiata precocemente, vinificata in rosa pallido, con piccola macerazione delle uve in pressa in atmosfera inerte, al fine di proteggere i delicati aromi di petalo di rosa e frutti rossi.

Leggi qui l’articolo integrale di Wine Meridian

Video Wine Meridian Italian Wine Tour: Tenuta Montemagno in Italiano

ITALIAN WINE TOUR -TENUTA MONTEMAGNO from Wine Meridian on Vimeo.

Wine Meridian Italian Wine Tour video: Tenuta Montemagno in English

Header Tenuta Montemagno Wine Economist

Parlano di noi: Wine Economist

Mike Veseth è capo redattore di The Wine Economist e autore di molti libri, tra cui Wine Wars (2011), Extreme Wine (2013) Money, Taste & Wine: It’s Complicated (2015) e Around the World in Eighty Wines (2017). Mike è professore emerito di Economia politica internazionale presso l’Università di Puget Sound.

Rediscovering Ruchè, One of Italy’s “Invisible” Wines

The coronavirus pandemic has paused The Wine Economist’s usual travel and speaking schedule and while I don’t miss the chaos of international air travel I do miss the opportunity to meet interesting new people and the chance to discover wines made from indigenous grape varieties that often don’t get the attention they deserve.

At this time last year, for example, we were visiting Sardinia and Friuli, two regions of Italy that are especially known for their indigenous wine grapes. Some of these wines are pretty readily available here in the U.S. — Cannonou di Sardegna is a good example. You can find good examples if you look around at bit. But others are much too local to get much outside distribution — you sometimes need to go to the source to try them. Vermentino di Gallura and Carignano del Sulcis are examples, also from Sardinia, of wonderful wines that you may not easily find.

Discovering Invisible Wines

These intensely local wines are a special treat and I wrote about them in a chapter called “Invisible Wines” in my book Extreme Wine. I cited three wines from Italy — Pignoletto from the vineyards around Bologna, Lacrima di Morro d”Alba from Marche, and Ruchè di Castagnolo Monferrato in Piemonte.

As I wrote on The Wine Economist in 2011, we discovered Ruchè (prndounced ROO-kay) by accident. We were attending the annual regional culinary fair in Moncalvo, a hill town half an hour north of Asti. Thirteen “pro loco” civic groups from throughout the region set up food and wine booths in the central square and sold their distinctly local wares to an enthusiastic luncheon crowd. As I reported then,

“I had never heard of Ruchè and honestly didn’t know what it might be until I happened upon the stand of the Castagnole Monferrato group. They were cooking with Ruchè , marinating fruit in Ruchè and selling it by the glass — they were obviously very proud of their local wine. I had to try it and it was great. Suddenly I saw Ruchè everywhere (a common experience with a new discovery) and enjoyed a bottle at dinner in Asti that  night. “Like Nebbiolo,” Jancis Robinson writes, “the wine is headily scented and its tannins imbue it with an almost bitter aftertaste.” Mappa by ©quattrocalici2018 “I had never heard of Ruchè and honestly didn’t know what it might be until I happened upon the stand of the Castagnole Monferrato group. They were cooking with Ruchè , marinating fruit in Ruchè and selling it by the glass — they were obviously very proud of their local wine. I had to try it and it was great. Suddenly I saw Ruchè everywhere (a common experience with a new discovery) and enjoyed a bottle at dinner in Asti that  night. “Like Nebbiolo,” Jancis Robinson writes, “the wine is headily scented and its tannins imbue it with an almost bitter aftertaste.”

Tenuta Montemagno

Sue and I were excited to re-live our Ruchè discovery when we were contacted by Tenuta Montemagno and offered the opportunity to taste their two Ruchè wines, Nobilis and Invictus. Sue prepared a special meal (see note below) and we pulled the corks.  The Nobilis brought back many memories. A juicy, light bodied red wine, it had the distinctive aroma of roses and the mix of red fruit and warm spices on the palate. It was great with Sue’s signature veal meatballs. And then  came Invictus, made from riper grapes, vinified dry (2g/l compared to 1 g/l for Nobilis) with a bit more alcohol (15.5% versus 15%).  A fuller wine, Invictus is what I call a philosopher’s wine — something you might want to sit with for a while so you can appreciate how it develops in the glass.  Recognizably Ruchè, but a different experience.  Fascinating. Memorable.

No one comes to The Wine Economist for tasting notes, but here is a video note that captures some of what we found special about these wines. Watch closely and you will see that this seasoned reviewer is surprised (at one point nearly at a loss for words) at what’s in his glass and is keen to learn more. That’s Ruchè.

Tenuta Montemagno is devoted to the tradition of these wines in addition to their Grignolino, Barbera D’Asti, and Barolo reds.  The white wines include Sauvignon and Timorasso, another  indigenous grape variety that I need to learn more about the next time we are in the neighborhood. But maybe I won’t have to wait that long. The winery is working to get its products into wider distribution in the U.S. market and I hope they succeed so that more people can discover their “invisible wine.” Tenuta Montemagno Ruché tasting […] L’articolo continua Qui è possibile leggere l’articolo originale sul portale The Wine Economist.

Qui è possibile acquistare i nostri Ruché: Nobilis e Invictus