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vendemmia 2024

La vendemmia Tenuta Montemagno 2024

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Se gli ultimi anni sono stati caratterizzati da temperature piuttosto elevate e da decise siccità, pensiamo ai climi del 2022 e del 2023, il 2024 si è presentato come un anno dalle condizioni completamente opposte. Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, ci racconta qual è stato l’impatto del clima sulle vigne e come sta andando la vendemmia 2024.

“Nell’ultimo decennio abbiamo avuto climi abbastanza caldi” esordisce Roberto, “mentre quest’anno si è registrata un’inversione di tendenza con periodi piovosi piuttosto lunghi e temperature più basse rispetto alla media. Si è avuto un caldo estivo per qualche settimana ad agosto, ma nel complesso possiamo dire che la bella stagione è stata piuttosto fresca”.

L’abbondanza di piogge del 2024 se da un lato ha portato beneficio alle piante, dall’altro ha avuto un riscontro critico in quanto il protrarsi delle precipitazioni per tempi piuttosto lunghi ha rallentato le vigne. “Dalla fioritura in poi abbiamo visto che la pioggia ha continuato a cadere e questo ha aumentato l’umidita del terreno e della vegetazione con il conseguente aumento di possibili proliferazioni di funghi e parassiti, allungando nel contempo la crescita e la maturazione dei grappoli. Abbiamo così alzato i livelli di attenzione per salvaguardare la salute delle piante e devo dire che gli interventi agronomici sono stati, quando necessari, tutti efficaci”.

“L’instabilità climatica dopo le calde settimane del mese scorso” prosegue Roberto, “si è presentata anche all’inizio della vendemmia. A causa della ripresa delle precipitazioni abbiamo alternato l’attività di raccolta delle uve bianche e della Barbera da utilizzare come base per il TM Brut, a momenti di pausa nell’attesa che il tempo si stabilizzasse. Devo però precisare che la pioggia non è mai stata così abbondante per lungo tempo cosicché, ad oggi, siamo riusciti a completare la raccolta di Sauvignon, Grignolino, Malvasia di Casorzo, Timorasso e Syrah. Abbiamo anche iniziato la vendemmia del Ruché destinato a diventare Nobilis e presto, fra fine settembre e inizio ottobre, completeremo quella di Invictus. Infine, a ottobre ultimeremo il lavoro con le uve Barbera che diventeranno Austerum e Mysterium, il vino di punta della nostra produzione.

Il Piemonte, dalle Langhe al Canavese e al Monferrato, è stato oggetto anche di grandinate che in alcuni casi hanno fatto danni consistenti. “Per fortuna da noi a Montemagno la grandine ha fatto una comparsa molto ridotta e contenuta.” rassicura Roberto. ”Nell’estate abbiamo avuto una spolverata di grandine solo su alcuni vigneti e fortunatamente non sono stati registrati danni per piante e uve”.

Concludendo, se il 2023 è stato un anno da ricordare nel tempo per caldo e siccità, il 2024 sarà menzionato per l’abbondanza di pioggia, umidità e condizioni climatiche instabili. Ma tutto questo come si tradurrà nel vino? Quali sono le aspettative dell’annata 2024, per qualità e quantità?

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“In generale ci aspettiamo vini più freschi e meno concentrati rispetto a quelli delle ultime annate. Questo dovrebbe portare anche ad avere dei vini pronti prima rispetto ai precedenti. Per quanto riguarda i volumi la situazione si presenta stabile per i bianchi e per i rossi Grignolino e Syrah, mentre rileviamo un aumento di volume per il Ruché e la Barbera.

Per il TM Brut, visto l’annata piovosa, ci aspettiamo un prodotto leggermente più acido e dalla gradazione più contenuta, caratteristiche che dovrebbero rendere ancora più gradevole alla beva questo prodotto”, conclude Roberto Nantiat.

Un anno diverso da quelli più recenti del passato che dovrebbe quindi a dei vini leggermente differenti. Non ci resta perciò che attendere e prepararci alle degustazioni delle annate 2024 dei vini Tenuta Montemagno.

Stelle

L’estate sotto le stelle del Monferrato

Osservazioni della volta celeste e cinema sotto le stelle per accompagnare i nostri percorsi degustazione.

Nasce dalla passione del nostro Presidente per la volta celeste, il programma estivo di Tenuta Montemagno. Sfruttando la favorevole posizione del Relais, sito sulla sommità della collina e al centro dei 100 ettari che circondano Tenuta Montemagno, in un’area priva dall’inquinamento luminoso, durante alcune serate d’estate (22.06_20.07_09.08) organizziamo sia per gli ospiti della struttura, sia per tutti i clienti che vorranno provare un’esperienza memorabile, l’osservazione della volta celeste con una guida astronomica che ci condurrà alla scoperta delle costellazioni visibile dal 45° parallelo. Una zona vocata non solo per la coltivazione vinicola, ma anche particolarmente favorevole per scrutare il cielo nelle terse sere d’estate.

Giampiero Vento, Executive Chef de La Civetta sul Comò, preparerà un percorso degustazione dedicato a queste serate, un’esperienza degna delle stelle che si potranno scoprire una volta alzato lo sguardo verso il buio profondo del cielo del Monferrato.

Chissà, che dal naturale terrazzo panoramico della Tenuta, non si riescano a scorgere le costellazioni che hanno battezzato alcune delle nostre proposte più esclusive e hanno dato vita alla linea regalistica come Gemini, la costellazione dei Gemelli (1 bottiglia di Barbera d’Asti Superiore Mysterium + 1 bottiglia di Timorasso in purezza Solis Vis), Polaris ovvero la stella polare, la più luminosa della costellazione dell’Orsa Minore, che trova corrispondenza in una confezione di Solis Vis (Timorasso) e Invictus (Ruché di Castagnole Monferrato) oltre a due bicchieri degustazione, le due stelle della nostra linea Selezione; Lyra, a cui appartiene Vega una delle stelle più luminose del Triangolo Estivo, celebrata dal nostro Grignolino Ruber e dal Sauvignon Musae. Gli amanti della volta celeste saranno felici di scoprire Orione, a cui è dedicata la nostra proposta Rigel, composta da una bottiglia di Ruber (Grignolino d’Asti), Austerum (Barebra d’Asti) e Nymphae (blend di Sauvignon e Timorasso) o ancora la famosa Cassiopea a cui è dedicata una confezione di Barbera Superiore d’Asti nel formato Magnum, per assaporarne al meglio la complessità aromatica.

La proposta estiva di Tenuta Montemagno prosegue con gli appuntamenti del cinema sotto le stelle, sempre accompagnati da proposte gastronomiche a tema, ideate dall’estro del nostro Chef Giampiero Vento.

Le creazioni culinarie saranno il degno fondale per proiettare le sensazioni che scaturiranno dalla degustazione delle nostre etichette, in un percorso che valorizza i menù a Km0 de La Civetta sul Comò con i nostri vini.

Le calde sere d’estate saranno allietate anche dalla musica dal vivo del nostro Maestro di piano. Le prime note risuoneranno sulle colline della Tenuta già all’ora dell’aperitivo per accompagnare gli ospiti durante la cena e celebrare così la sinestesia tra la musica e il piacere della tavola.

Calata la sera, i colori caldi che dipingono le colline del Monferrato durante le lunghe giornate estive, cedono il passo alla luce fioca della luna, al bagliore delle stelle e alle esperienze sensoriali che solo un luogo nato dalla passione e dall’amore per la bellezza può regalare. 

Tutto questo è Tenuta Montemagno, un gioiello incastonato nel cuore del più autentico Monferrato.

Scopri il programma degli eventi estivi e prenota la tua serata.

Invictus-Gambero Rosso

Un dicono di noi davvero speciale

Ruchè Invictus di Castagnole Monferrato, tra i 6 migliori #Ruchè per rapporto qualità/prezzo secondo Gambero Rosso.

Chi, amante del vino, non conosce il “Gambero Rosso”?

Ecco un breve estratto della presentazione tratta dal portale ufficiale “Gambero Rosso è la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore agricolo, agroalimentare, della ristorazione e dell’hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo con un contributo rilevante per la crescita costante dell’economia.” 

Come dire, #GamberoRosso è la massima istituzione nel settore food&wine presente in Italia. 

Al “Gambero” si deve l’assegnazione di prestigiosi premi e ambìte segnalazioni, a cui i produttori aspirano come attestazione di una qualità spesso invisibile al consumatore. I famosi e famigerati “bicchieri”, assurti a simbolo dell’eccellenza vinicola, rappresentano la sintesi degli sforzi fatti prima in vigna e poi in cantina dai produttori, noti e meno noti, da aziende agricole a conduzione famigliare o da aziende con centinaia di ettari coltivati a vite.

Il #GamberoRosso rende anche omaggio a tanti “vignaioli” che si impegnano in produzioni di eccellenza, proposte con un ottimo rapporto qualità prezzo

Perché bere bene non deve essere sinonimo di esclusività, ma dovrebbe essere un’opportunità per qualunque amante del nettare di bacco.

Sulla strada della diffusione di questa “democratizzazione della qualità”, il #GamberoRosso ha fatto sosta in #Piemonte, nel #Monferrato, in quel lembo di territorio al confine con le più note e blasonate Langhe, caratterizzato da un’orografia e da terreni che esprimono vini complessi, potenti, ma anche molto eleganti e aromatici.

In Tenuta Montemagno il #Ruchè è rappresentato da ben due etichette: Nobilis, espressione della tradizione e Invictus, che nasce da una vendemmia tardiva, per dare ancora più carattere a quelle note aromatiche e ai tannini tipici del vitigno che cresce nell’area di Castagnole Monferrato, in totale sette comuni, tra cui Montemagno.

Invictus

Proprio Invictus è stato selezionato dal #GamberoRosso come uno tra i 6 migliori #Ruché di Castagnole Monferrato per il rapporto qualità prezzo, presenti nella storica guida “#Berebene 2024” con una valutazione da 90 punti in su, nella fascia di prezzo di 20€. 

La selezione effettuata dai critici è frutto di una media dei prezzi presenti on line, in cantina o sugli scaffali delle enoteche. Un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi perché pionieri nell’interpretare questo vitigno con tanto lavoro in vigna, tale da consentire di vendemmiarlo dopo un appassimento in pianta, lasciando solo i 3 grappoli migliori per ogni pianta con il taglio del tralcio che li regge, per interrompere il vaso linfatico e far sì che i grappoli appassiscano senza che la pianta possa riprendersi le sostanze nutritive accumulate in tanti mesi. La tiratura di questo Ruchè che vede la luce nelle migliori vigne esposte a sud / sud ovest, accarezzate da una continua brezza, è di circa 16.000 bottiglie in base alle annate.

L’annata 2021 del Ruchè Invictus si caratterizza per un bouquet aromatico estremamente ampio, proprio del vitigno di provenienza, arricchito da note tipiche del terreno argilloso calcareo con marne ricche di limo e ph alcalino su cui giacciono le vigne: fiori, note di ciliegia matura e pera, petali di rosa e viola, sentori di menta, eucalipto e pietra focaia, per chiudere con ampi sentori di macchia mediterranea tra cui spiccano l’erba salvia e il rosmarino.

I riflessi rosso rubino carico tendente al granato preparano a un palato che si contraddistingue per note marcatamente speziate tra cui spiccano pepe e cannella, arricchite nell’intensità dal procedimento di raccolta tardiva  delle uve che dona longevità ed eleganza uniche.

Oltre alle classiche denominazioni D.O.C (Monferrato Bianco: Sauvignon, TimorassoMonferrato Rosso, Grignolino, Malvasia) alle più nobili D.O.C.G. (Barbera, Ruché), in Monferrato troviamo superbe espressioni della #Barbera d’Asti (Austerum e Mysterium), dal carattere più austero della cugina d’Alba , del #Grignolino d’Asti (Ruber) che, a dispetto del diminutivo nel nome è espressione di un rosso tanto eclettico nelle occasioni di abbinamento, quanto ricco di aromi e del #Ruché, l’autoctono per eccellenza del #Monferrato, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

La sfida è ora aperta: assaporare il più classico Ruchè Nobilis o lasciarsi conquistare dall’aristocratico Invictus

La risposta non può nascere che da una “degustazione orizzontale”, portando sulle nostre tavole entrambe le etichette. A voi la scelta!

Scopri di più sui rossi del Monferrato di Tenuta Montemagno

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Tenuta Montemagno in inverno

I lavori in vigna e cantina di Tenuta Montemagno di fine inverno

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

Siamo entrati da qualche giorno nella stagione primaverile, il periodo nel quale la vigna si risveglia dal riposo invernale e si prepara a rinascere per donare quei frutti meravigliosi che raccoglieremo alla fine della stagione estiva. Nello scorso articolo abbiamo appreso quali siano stati i lavori affrontati all’inizio della stagione fredda.

In questo vedremo insieme a Roberto Nantiat, l’enologo che con Gianfranco Cordero segue i lavori in Tenuta Montemagno, cosa sia stato fatto nella seconda metà dell’inverno e come ci si stia preparando al risveglio primaverile.

Iniziamo precisando che da gennaio a oggi (siamo ormai nell’ultima decade di marzo), l’inverno è stato caratterizzato da temperature miti.

Solo a febbraio, e per meno di una settimana, si sono registrati abbassamenti delle temperature al di sotto dello zero termico. Anche per quanto riguarda le precipitazioni c’è da dire che queste sono state decisamente scarse, indice di una continuità di siccità che persiste ormai dallo scorso anno.

In vigna sono state completate tutte le potature; i tralci che erano stati tagliati a fine vendemmia sono stati rimossi completamente. Da inizio marzo si è iniziato a piegare e legare il capo-frutto per lasciare che le piante inizino a germogliare per la nuova annata. È proprio in quest’ultimo periodo che si è notata una ripresa vegetativa molto più rapida rispetto alle normali attività delle vigne. Si è osservata infatti la presenza delle prime gemme cotonose, segno che queste si stanno gonfiando, quando normalmente a marzo si sarebbero dovuti vedere i primi “pianti” della vigna. Va comunque detto che questi pianti ci sono stati anche se, a causa della scarsa quantità di riserva idrica, non sono stati vigorosi come si possono osservare normalmente.

I cambiamenti climatici osservati lo scorso anno e in particolare da fine vendemmia 2022 a oggi, sono stati oggetto di una serie di riflessioni fra gli enologi e l’agronomo di Tenuta Montemagno (Maurizio Cerrato). Scopo della riunione è stato definire una strategia da attivare per affrontare nelle migliori condizioni le avversità portate, appunto, dal tempo e non solo. Infatti, quest’anno saranno utilizzati alcuni prodotti nuovi a base naturale per sostenere le piante sia nei confronti della carenza idrica, sia per integrare e rinforzare le loro difese contro aggressioni da parassiti e funghi.

In cantina si è proseguito con l’imbottigliamento di tutti i vini bianchi (attività che si dovrebbe concludere entro la fine di marzo), mentre, sempre verso fine mese, verrà eseguito il tiraggio del TM Brut, dando così il via alla seconda fermentazione in bottiglia con lieviti e zuccheri che servono a produrre le bollicine. A inizio marzo è stato effettuato l’imbottigliamento del Grignolino, mentre per tutti gli altri rossi è proseguita la fase di affinamento, a seconda del tipo di vino, in vasca o in legno.

Una stagione di preparazione quindi, questa invernale, per predisporre al meglio le vigne e per attivare le strategie che consentano alla natura di lavorare nelle migliori condizioni con. l’arrivo della bella stagione. Il prossimo appuntamento con questi nostri editoriali dedicati a vigneti e cantina Tenuta Montemagno è programmato per luglio; in quell’occasione potremo raccontare cosa sia stato fatto durante la Primavera 2023

vendemmia timoroso 2022

I lavori in vigna e in cantina: la vendemmia 2022

Articolo redatto in collaborazione con Roberto Natiat enologo insieme a Gianfranco Cordero di Tenuta Montemagno

La vendemmia, si sa, è uno dei momenti più attesi per i produttori di vino. Il risultato finale del raccolto è destinato a finire sulle tavole e sui banchi di degustazione, a coronare quella sublime storia d’amore che unisce l’uomo e la natura. In Tenuta Montemagno la vendemmia 2022 si è appena conclusa. Iniziata a fine agosto, con la raccolta delle uve Sauvignon, è finita più o meno quattro settimane dopo. Quest’anno il lavoro è stato particolarmente impegnativo a causa della forte siccità che ha caratterizzato l’estate 2022. Durante i mesi estivi, come abbiamo narrato nel precedente articolo, si è lavorato per assicurare che le vigne superassero al meglio lo stress causato da terra secca e scarsità d’acqua. Queste operazioni hanno portato all’esito desiderato e i filari si sono affacciati al periodo di raccolta nello stato migliore di salute.

Durante la vendemmia si è comunque notato come la maturazione delle uve fosse disomogenea. Per questo si è proceduto a fare un’attenta selezione dei filari e dei singoli grappoli da vendemmiare, eseguendo l’operazione al momento giusto. 

Il fatto di avere portato in cantina dei grappoli disomogenei nella maturazione, ha consentito di avere, nel complesso della vendemmia, un prodotto più equilibrato: non troppo alcolico e, nel contempo, non troppo scarso di acidità. Per questo i tecnici di Tenuta Montemagno sono estremamente soddisfatti di questa annata. Anche dal punto di vista della quantità c’è soddisfazione in quanto si è ottenuto un raccolto pari a quello dello scorso anno.

Mentre scriviamo questo articolo, le operazioni di fermentazione alcolica e vinificazione sono quasi concluse; fra breve si procederà con la fermentazione malolattica, che serve a trasformare l’acido malico in acido lattico e a ridurre la presenza di zuccheri residui presenti dopo la fermentazione alcolica.

Si tratta di una delle fasi finali prima che il prodotto ottenuto dall’ultima vendemmia vada a riposare nelle cisterne e, per i rossi, nelle botti, e dia vita ai vini finali.

Concludiamo affermando che le aspettative sulla qualità della vendemmia 2022 sono molto alte. Un’annata molto atipica, anche per gli operatori più esperti che operano da tempo nel settore enologico, ma che porterà a ottenere, almeno per quanto riguarda Tenuta Montemagno, vini equilibrati fra acidità e grado alcolico, di qualità elevata.

Vigne cantina TMM

L’identità di territorio e il riconoscimento internazionale

La filosofia di Tenuta Montemagno è da sempre la valorizzazione dei vitigni autoctoni del Monferrato. Una filosofia che, nel contempo, vuole dire valorizzazione del territorio stesso, della nostra identità ed eredità.

In questo angolo del Monferrato, patrimonio UNESCO per gli “infernot”, il Ruchè è l’autoctono per antonomasia, accompagnato da Grignolino, Malvasia, Timorasso e Barbera d’Asti. Su queste varietà ampelografiche Tenuta Montemagno ha fondato la propria filosofia produttiva che, unita a tecniche di vinificazione altamente tecnologiche, ha fatto dei propri vini un esempio di qualità e innovazione.

In un mondo enologico variegato e ricco, dove i vini da vitigni autoctoni si accompagnano a quelli internazionali, dove l’offerta è sempre più ampia, la comunicazione sempre più attenta e il consumatore sempre più preparato, allora le recensioni sulle guide – Mysterium Barbera d’Asti Superiore docg 2016 in finale per i 3 bicchieri sul Gambero Rosso, i punteggi sui wine magazine – TM24 brut 92 points su Wine Enthusiast, e le medaglie ottenute ai concorsi internazionali – medaglia d’oro a The Global Sparkling Masters per TM36 brut, l’oro di Mundus Vini per Soranus Barolo D.O.C.G. e per Solis Vis – Timorasso, l’argento a IWSC per Mysterium Barbera d’Asti Superiore D.O.C.G. 2016, diventano un vero valore aggiunto.

Il riconoscimento ha importanza per il produttore e per il consumatore: sono la conferma di un percorso produttivo e di scoperta. Gli ultimi premi che vi abbiamo raccontato sui nostri canali social e il riscontro avuto in termini di vendita e di degustazioni, hanno evidenziato che sul mercato italiano il consumatore è curioso: è pronto ad esplorare gli autoctoni ed a lasciarsi stupire. Sono i cosiddetti “millennians” a fare da apri pista. Sui mercati internazionali la medaglia e il punteggio alto sono la conferma di un’attenzione sempre crescente all’autoctono e allo stile innovativo, alla scoperta dei nostri vini e della nostra realtà produttiva.

La produzione Tenuta Montemagno ci racconta che il vino sposa la nobiltà della terra con le cronache del cielo, le radici profonde dei vitigni con i grappoli pazzi di sole, la mano attenta dell’enologo con l’intuizione del produttore.

I nostri vini accompagnano gli appassionati attraverso un percorso di conoscenza che va dall’autoctono, all’innovativo, al tradizionale per ricondurre sempre al cuore di Tenuta Montemagno.

Montemagno panorama vigneti

Gli autoctoni di Tenuta Montemagno: Ruber, il grignolino

Il Grignolino è un vitigno autoctono, a bacca nera, tipico delle zone di Asti e del Monferrato Casalese. Probabilmente è il vitigno “più monferrino” del Monferrato e, in Piemonte, è sinonimo di “un bel calice di vino rosso”.

E’ un vino noto sin dal Medioevo con il nome di Barbesino, o barbexinus, tanto da essere citato già negli archivi capitolari di Casale Monferrato dal 1249.

Tuttavia, l’etimologia del nome attuale potrebbe derivare da gragnola o grignole, espressione dialettale astigiana che ne indica i semi, numerosissimi in questa uva, caratteristica rimasta immutata nel corso dei secoli. Un’altra teoria, molto più suggestiva, farebbe derivare il nome “Grignolino” dal verbo grigné, digrignare: ad indicare un vino talmente acido da far digrignare i denti. Caratteristica questa, sconfessata dalle numerose etichette che hanno reso il Grignolino, uno dei più apprezzati ed eclettici rossi monferrini.

La sua patria d’elezione, nonché i terreni ove è stato avvistato la prima volta, è la fascia collinare compresa tra Casale Monferrato e Asti, proprio in corrispondenza delle dolci colline dove si trovano le vigne di Tenuta Montemagno.

È risaputo che il Grignolino è un vino di nicchia, dalla solida tradizione, ma dalla produzione impegnativa. A riprova di quanta maestria richieda la messa a dimora e l’allevamento delle sue vigne, il territorio del Monferrato è rimasto l’unico in cui viene coltivata questa varietà, sia per le caratteristiche morfologiche del terreno, sia per quelle pedoclimatiche. In passato, l’uva del Grignolino veniva coltivata anche in Lombardia e Veneto; con l’affinamento dei metodi produttivi e la ricerca della massima qualità, il “vino dal diminutivo” (così spesso viene chiamato) ha scelto un territorio aspro, assolato, ma capace di fare tesoro della brezza marina proveniente da Sud, per mantenere intatta tutta la delicatezza degli aromi.

Per lo staff di agronomi ed enologi di Tenuta Montemagno, ogni sfida è motivo di impegno e dedizione. In questo caso la scommessa è chiara: fare di un “vino dal diminutivo”, un grande vino. Con la consueta esperienza e passione viene prodotto Ruber, un Grignolino d’Asti D.O.C. con uve di Grignolino 100%.
Vino dal colore rosso rubino (da qui il nome di battesimo), gentile e intrigante, elegante e dalla spiccata personalità, pronto a regalare al palato una variopinta trama tannica, un gusto secco e asciutto di fenomenale persistenza gustativa.
A discapito del suo diminutivo, in un calice di Grignolino, ritroviamo un pezzo importante della storia enologica piemontese, un rosso dal carattere affabile, in grado di introdurci all’ora dell’aperitivo se servito fresco, ma anche di fare da contraltare ai più classici piatti della tradizione monferrina come i formaggi piemontesi poco stagionati, la Muletta (salame tipico di questa zona) o gli agnolotti.

Per valorizzare al meglio l’esperienza degustativa, accompagniamolo dunque a pietanze che non ne coprano le complesse note aromatiche e il delicato equilibro al palato.

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