Soranus, il Barolo di Tenuta Montemagno
Il tralcio che lega il Re dei vini piemontesi all’Impero Romano, affonda le proprie radici nell’albero genealogico della famiglia Barea, proprietaria di Tenuta Montemagno. Barolo Soranus prende, infatti, il nome da Quinto Marcio Barea Sorano, proconsole in Asia ai tempi dell’imperatore Nerone tra gli anni 50 e 60 D.C.
Ma i natali del Nebbiolo, vitigno da cui ha origine il Barolo, sono ancora più antichi e si perdono nella storia dell’antica Roma; le prime testimonianze sono di Plinio il Vecchio nel suo “Naturalis Historia” dove celebra i fasti vinicoli di un’uva coltivata sulle colline novaresi e di Columella, scrittore romano del 1 D.C. con la sua opera “De re rustica”, il più completo trattato sull’agricoltura dell’antichità. Un’uva dalle lontane origini che rappresenta il “vitigno da terroir per antonomasia” ed è estremamente sensibile alle differenti composizioni dei terreni, così come al clima. Il Barolo nasce nel cuore delle Langhe, in 11 comuni collocati in un territorio di rara bellezza, riconosciuto nel 2014 come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Tra questi 11 comuni, il più esteso è certamente quello di LA MORRA, ove hanno dimora le viti da cui produciamo il nostro Barolo Soranus.
Come tutte le uve di Tenuta Montemagno, anche per il nostro Barolo, la raccolta è rigorosamente manuale per preservare la salute dei grappoli e farli giungere in cantina il più salubri possibile. La fermentazione è di circa 20 giorni, cui seguono lunghi periodi di affinamento in legno (botti grandi e piccole) per almeno 24 mesi.
La scelta del territorio di LA MORRA, rispecchia la volontà di Tenuta Montemagno di creare vini dal grande carattere, importanti, ma caratterizzati dalla piacevolezza e dalla morbidezza, dall’eleganza e dalla finezza, dalla ricchezza del bouquet e dalla sua complessità.
Tutti elementi che ritroviamo nel Nebbiolo allevato in questo lembo delle Langhe e dovuti alle caratteristiche dell’area Tortoniana delle colline di LA MORRA, caratterizzate da un terreno marnoso / calcareo, in cui affondano le radici le vigne di oltre 40 anni.
Il risultato è un Barolo estremamente equilibrato, in cui si ritrovano le caratteristiche tipiche del Nebbiolo che cresce sulle colline di LA MORRA. Il colore è un rosso granato che vira sulle tonalità aranciate con l’invecchiamento, il naso è complesso e particolarmente ricco di sfumature: intense note di pepe nero, cannella e vaniglia, accompagnano un bouquet pieno di frutti rossi, lampone e ciliegie sotto spirito. Al palato ritroviamo la struttura data dai tannini, che esaltano le note dei frutti rossi, della liquirizia e delle spezie.
La scelta di Tenuta Montemagno di vinificare solo i migliori grappoli nelle annate più promettenti, rappresenta un valore assoluto per i nostri appassionati. Uno sforzo premiato con due Medaglie d’oro per l’annata 2013 al DWA (Decanter Worldwine Award) al Wine Hunter e per l’annata 2015 al Mundus Vini International Wine Competition.
Il legame con il territorio è evidente anche dalle assonanze con i due prodotti principi delle Langhe e del Piemonte: le nocciole e il tartufo, di cui ritroviamo intatti ed esaltati i profumi.
Gli abbinamenti ideali per accompagnare il “Re dei Vini…o il Vino dei Re”? Sicuramente il più nobile dei tuberi, il Tuber Magnatum o, più comunemente, Tartufo bianco e tutti i piatti della tradizione piemontese che lo vedono protagonista: tajarin, ravioli, battuta… ma non solo. Se pensiamo a un primo di origine piemontese, l’accompagnamento ideale è con Tajarin al tartufo o al sugo di arrosto.
Il Barolo si esprime al meglio con secondi piatti dal gusto corposo e importante, ottenuto con marinature e lunghe cotture. Stracotti e brasati di carni rosse e selvaggina come la lepre in salmì o la guancetta marinata nello stesso Soranus, rappresentano l’abbinamento che esalta il bouquet del Barolo di LA MORRA e i sapori forti delle portate.
Un connubio ardito ma dall’effetto gustativo? Un dessert a base di cioccolato fondente almeno all’80%.
Non lasciamoci però indurre da sperimentazioni azzardate e fusion: i tannini del Barolo poco amano la cucina molto speziata e il suo delicato bouquet entrerebbe in conflitto con i piatti particolarmente piccanti. Giampiero Vento, Chef Executive de “La Civettà sul comò” sarà capace di emozionare gli ospiti del ristorante del nostro Relais&Wine, garantendo il matrimonio ideale tra il Re dei Vini e la cucina gourmet.